Il Dispari 20180910 – Redazione culturale

Il Dispari 20180910 – Redazione culturale

Il Dispari 20180910

Il Dispari 20180910

Editoriale

MICRO & IL SEXTANTE proporranno una Mostra d’Arte ad ingresso GRATUITO AD INVITI dal titolo L’ECO DELLA PACE il cui vernissage si terrà giovedì 20 Settembre 2018, alle ore 18:30, presso la  MICRO in Viale Mazzini 1, ove resterà in esposizione fino al successivo 30 Settembre.

La mostra L’ECO DELLA PACE a cura di Mariapia Ciaghi e Paola Valori è composta da cinquanta grafiche per la pace e contro tutte le guerre.

Un nucleo di inediti materiali d’archivio provenienti dalla collezione privata di il Sextante di Mariapia Ciaghi raffiguranti opere realizzate da alcuni dei migliori artisti mondiali.

L’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”

tramite me (tel. 3914830355 ore 11-24) e/o tramite Angela Maria Tiberi (tel 3205584216) Presidente della sede operativa di Latina, provvederà al rilascio di inviti per tutti i lettori di questa pagina e per tutti i membri del nostro gruppo fb LENOIS che ne faranno richiesta entro il prossimo 15 Settembre.

Tutti coloro che per ragioni di distanza non saranno in condizione di presenziare all’evento, potranno concordare con Angela Maria Tiberi un breve cenno di saluto che sarà espresso agli artisti, agli organizzatori e ai visitatori della mostra da uno dei Soci DILA presente all’evento.

I Soci DILA, e solo loro, potranno iscriversi, sempre tramite Angela Maria Tiberi, per partecipare attivamente alla presentazione dell’evento.

Il Vernissage sarà registrato in video e successivamente sarà immesso in rete e diffuso tramite le TV che seguono con interesse i progetti culturali indicati ed organizzati da DILA e dai suoi Soci.

Ampio spazio sarà riservato alla cronaca dell’evento in questa pagina culturale del quotidiano Il Dispari di Gaetano N Di Meglio (distribuito in edicola ogni lunedì in gratuito abbinamento con la storica testata giornalistica Il Mattino di Napoli)

La Mostra  L’ECO DELLA PACE

nasce da un’idea di Mariapia Ciaghi  Socia dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, già nota ai lettori di questo quotidiano Il Dispari diretto da Gaetano Di Meglio in quanto collaboratrice ed opinionista della pagina culturale, giornalista e regista cinematografica, titolare de Il Sextante, impresa di organizzazione di eventi internazionali e casa editrice che vanta tra le sue pubblicazioni anche il trimestrale Eudonna Magazine oltre a curare l’edizione delle nuove antologie di DILA, direttrice della rivista Eudonna); con il coordinamento generale di Paola Valori della quale pubblicheremo presto un’intervista esclusiva per questa testata giornalistica e che ora ci limitiamo a presentare dicendo solo che è specializzata in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo presso l’Accademia di Belle.

Ha svolto attività freelance per diverse case editrici

curando l’illustrazione di copertine per libri destinati sia ai ragazzi che al pubblico adulto, affianca all’attività di illustratrice e designer un vivo interesse per l’organizzazione di iniziative culturali, artistiche e musicali, è promotrice di eventi dedicati alle nuove tendenze dell’arte contemporanea, collabora con artisti e istituzioni nell’ideazione e realizzazione di progetti culturali, ha fondato MICRO, spazio aperto alle nuove tendenze dell’arte e della ricerca, dove alterna mostre di artisti contemporanei a esposizioni proprie, ed è presidente dell’Associazione Michele Valori impegnata particolarmente nella promozione delle arti visive contemporanee e nell’allestimento di mostre, rassegne, conferenze, dibattiti e workshop.

La Mostra rientra nell’ambito di “Open Generazioni a Confronto”

una serie di appuntamenti culturali ideati e promossi dall’Associazione Michele Valori con attività espositive, giornate di ricerca e incontri di approfondimento, che focalizzano l’attenzione sul confronto intergenerazionale tra artisti.

La collaborazione tra Paola Valori e Mariapia Ciaghi, oltre a sottolineare il valore storico artistico della collezione, intende offrire un’occasione di incontro e di riflessione sul ruolo dell’arte su temi tanto attuali e urgenti come la pace e il dialogo tra culture diverse

La Mostra può considerarsi un piccolo ma intenso percorso espositivo, ricco di inedite produzioni realizzate nel secondo Novecento e presentate al pubblico per la prima volta:

Gropper, Makoto Ueno, J.W.Wassiljew, Norberto Onofrio, Jose Venturelli, Erasto Cortes, Charles White, Verdon Morcom, I.Md. Sukengadja, Toshitugu Yoshida, To Chiem, Nguyen do Cung, Kim Gon-Dzung, BaUn-Song, Li Tschung, Li Hua, Wu Fan, U Ohn Lwin, Haren Das, Ruth Schloss, Nicolaus Manoussis, Augusto Murer, Giacomo Manzù, Peter Peri, Fritz Griebel, Arno Mohr, Fritz Cremer, Tadeusz Kulisiewicz, Vaclav Sivko, Orest Dubay, Karl Raszler, Johann Kass, Julius Hincz, Gheorghe Ivancenco, Marcel Chirnoaga, Jakobov Mirtscho, Georgi Daskalov, G.F. Sacharow, I.N. Worobjewa, N.I.Kalita.

MICRO è la struttura organizzativa, nonché la sede, di un progetto dedicato alla creatività  contemporanea.

Luogo interattivo dove convergono le più diverse forme di espressività.

Propone una programmazione culturale multidisciplinare con eventi, esposizioni, performance, installazioni, grafica, design, fotografia, musica, spettacolo.

Concepito come work in progress, legato ai diversi luoghi espositivi che lo accolgono, si è ormai consolidato come punto di aggregazione anticonvenzionale per Roma e la sua provincia.

La mostra sarà inaugurata alla presenza delle curatrici e resterà visitabile su appuntamento  chiamando il numero +39 347 0900625.

Visto l’alto valore dell’iniziativa durante il periodo d’esposizione sono previsti incontri con promotori culturali ed esperti, per educare alla pace le nuove generazioni attraverso percorsi laboratoriali per le scuole di diverso ordine e grado.

Riferimenti organizzativi per i visitatori:

info@associazionemichelevalori.it

info@ilsextante.net

emmegiischia@gmail.com

Bruno Mancini

Angela Maria Tiberi intervista Luigi Sergianni in esclusiva per Il Dispari

Luigi Sergianni è definito il “cinema italiano” in quanto ha lavorato come scenotecnico nei film dei più grandi attori e registi italiani fin dalla fine degli anni Sessanta.

-D: Come è nata la sua passione per il cinema ?

-R: Nel 1968 mi recai agli Stabilimenti di Cinecittà a ROMA perché avevano bisogno di un falegname e con l’incoraggiamento di mia moglie intrapresi questa carriera quasi per gioco.

-D: Quali sono i film a cui ha partecipato?

 -R: Construction manager: 2013 The Elevator: Three Minutes Can Change Your Life; 2009 Holy Money; 2007Seta; 2006 Black Dahlia; 2006 Le colline hanno gli occhi; 2005 Il nascondiglio del diavolo – The cave; 2002/IHeaven; 1999 Titus; 1997 Kundun; 1994 A che punto è la notte (TV Movie); 1985 A.D. (TV Mini-Series); 1994 Il postino; 1991 Monteriano – Dove gli angeli non osano metter piede; 1990 La voce della luna; 1989 Etoile; 1988 Le avventure del Barone di Munchausen; 1986 Il nome della rosa; 1982 Oltre la porta; 1969Fellini – Satyricon. 

Construction coordinator: 2002 Gangs of New York; 1998 La leggenda del pianista sull’oceano; 1996 Bambola; 2003 Ritorno a Cold Mountain.

Construction supervisor: 2002 Callas Forever; 1999 Il settimo papiro (TV Mini-Series 3 episodi); Part Three; 1999 Part Two; 1999 Part One; 2005 Casanova. 

Set construction supervisor: 1988 Il segreto del Sahara (TV Mini-Series 4 episodes). 

Master set builder: 1989 Francesco. 

Set constructor: 1986 Ginger e Fred; 1983 Donna sola. 

Construction manager – uncredited: 1976 Il Casanova di Federico Fellini.  

-D: Come scenotecnico si ricorda alcuni film?

-R: Non sono solo scenotecnico, ho avuto altre mansioni. Ora elenco alcuni film.
Scenotecnico, filmografia: 2007 Seta.
Direttore dei lavori: 2006 Le colline hanno gli occhi.
Capocantiere: 2005 Casanova.
Construction Co-ordinator SV: 2005 La grotta.
Supervisore dei lavori: 2005 The Black Dahlia.
Construction Manager: 1990 La voce della luna.
Imposta Decoratore: 1989 Le avventure del barone di Munchausen.
Responsabile della costruzione: 1986 Der Name der Rose.
Capocantiere: 1985 Zenzero e Fred.

-D: Quale regista sente più vicino alla sua personalità?

-R: Ho conosciuto notevoli registi ma ho sentito più vicino a me Sergio Leone.

-D: In quali film ha lavorato con lui?

-R: C’era una volta in America.

-D: Ha conosciuto Federico Fellini?

-R: Sì, ho lavorato con lui in Satyricon, Amarcord, Roma, La città delle donne, Casanova,

D: Quale tra i film di Federico Fellini è stato il più difficile da interpretare?

-R:  Satyricon

-D: Qual è fra gli attori con cui ha lavorato quello che ha stimato o, se ancora in vita, stima di più?

-R: Marcello Mastroianni, era una persona molto umile, direi un gentiluomo.
-D: Ha lavorato con Pier Paolo Pasolini?
-R: Sì, ho girato con lui Il Decameron, Uccellacci e uccellini.
-D: Quali sono gli ultimi film in cui ha lavorato?
-R: Gomorra I, Gomorra II, Suburra, I delitti del BarLume.

-D: Qual è l’attore che porta nel cuore?

-R: Massimo Troisi con la sua interpretazione nel film Il Postino.

-D: Qual è la donna invece che porta nel suo cuore?

-R: Mia moglie, compagna fedele e ammirevole che mi ha sostenuto e compreso in oltre cinquanta anni di matrimonio.

La ringrazio per la sua disponibilità.

Le ho dedicato la seguente poesia

 

Luigi Sergianni

I tuoi capelli grigi
mi incutono profondo rispetto
nei tuoi confronti,
grande uomo
vissuto nell’Italia della Gloria del cinema italiano
conosciuta nel mondo d’oltreoceano.
Oggi i giovani devono ritrovare quei valori
perduti e prenderti come esempio da imitare
con il tuo operato di giovane falegname
dalle mani di creatività infinita
e credere in se stessi come facesti tu
senza posa nella storia italiana del cinema
a cavallo di due generazioni che non esistono più
ma che sono immortalate nei film
che perennemente resteranno nella antica gloria italiana.

Angela Maria Tiberi Presidente Regione Lazio per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Presidente Regione Lazio per conto dell’Associazione internazionale La Pulce Letteraria.
Ambasciatrice dell’Associazione Magna Grecia Latina New York.
Ringrazio per la collaborazione Manuela Ranaldi (Segretaria Delegazione Regione Lazio Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”).


Il Dispari 20180903 – Redazione culturale

Il Dispari 20180903

Il Dispari 20180903 Editoriale L’inizio del mio racconto “Il libro di Sonia”

Editoriale

L’inizio del mio racconto “Il libro di Sonia” tratto dalla raccolta “Come i cinesi volume primo”

Il libro di Sonia
Capitolo 1°

Così mentre –“Avidamente allargo la mia mano” – *
pongo uno specchio curvo, focalizzante l’infinito appiattito alle spalle, sostengo, per il tempo di una immagine, l’incredulità e lo stupore di un primo piano sghembo, distorto, ambiguo, sfocato e pieno di propaggini tentacolari attecchite fino ai lembi estremi del composto scenografico, e biascico in fissità di automa.

– “Cercavano il miglio gli uccelli ed erano subito neve; ” -*

Tratteggiando l’orlo del baratro, le ginestre (fiore amato dalla mia donna) stratificavano “fotogrammetrate” nel lento percorso, sinuoso per coste scoscese, di un treno partito da una notte del nord ed ora ficcato finalmente, nell’alba già lucida, su mari e monti di borghi antichi siciliani.
Sonia ad un passo dai quaranta anni viveva fisicamente non oltre l’agitazione degli occhi su squarci di luci, e, solo a tratti in strette decise delle mani che sbiancavano il tenue rossore del primo sole di tarda primavera imprigionato dalle sue dita – lunghe e delicate -. Sonia per altro immobile, sporgendo un taglio di viso in offerta al fruscio dell’aria violenta e quasi tagliente – arrotolata tra i capelli -,

E Sonia pensava:

“Chissà cosa farò da qui ad un mese, o cosa penserò in quel giorno di luglio, oppure in un qualsiasi altro giovedì 11 Settembre, 18 Settembre, nel Dicembre 198…
Oggi, so troppo bene quel che penso e quel che faccio e quel che so. Che strano, oggi la primavera è forte, la terra si risveglia, nascono tutti i fiori che mi piacciono tanto e muore tutto ciò che mi piaceva tanto.
Accetto di riconoscermi. Accetto di riconoscermi perché mi sento sola come non mai, peggio, sola come sempre. Sì, accetto di riconoscere anche la mia solitudine. Amore, affetto, comprensione, intese, solitudine, solitudine, solitudine, solitudine. Chi avrebbe…

* Versi di Salvatore Quasimodo

Edizione prima – Editore Bruno Mancini – Pubblicato 9 Settembre 2006 – Lingua italiana – Pagine 146 – Rilegatura copertina morbida con rilegatura termica – Inchiostro contenuto bianco e nero – Peso 0,27 kg – Prodotto ID 470699
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html

Lucia Fusco inizia a collaborare con la pagina culturale di
Il Dispari intervistando Angela Maria Tiberi

inizia a collaborare con la pagina culturale di Il Dispari

intervistando

Angela Maria Tiberi

UNA VITA TRA CINEMA E POESIA

Nella villetta a Pontinia quadri, passeggini e biciclette invadono il perimetro delle scale, nel salotto di casa un quadro dai toni viola di Novella Parigini, libri sulle pareti e un bambino addormentato in un box rapiscono lo sguardo e l’anima di chi entra a casa di Angela Maria Tiberi.
Mi accoglie con un sorriso dolcissimo e un bicchiere di acqua fresca e limone.

-D: Angela, dalle tue poesie traspare una creatura che non conosce malvagità…

-R: Imperfetta, cerco di impegnarmi nel mio meglio.
Ignoro i cattivi, devo dire che ho ricevuto il bene anche dai miei nemici.
Spero nel bene, non è una maschera. Io sono così.
Sono nata a Pontinia ma cresciuta a Roma, a Largo Preneste, quando c’erano casette e baracche.

Per strada ho conosciuto Anna Magnani che portava caramelle e giocattoli rotti ai bambini della borgata, da noi traevano ispirazione per il loro lavoro Mario Riva, che ci accarezzava con delicatezza e mi faceva soffrire dicendo che sembravo asiatica con i miei occhi a mandorla, Aldo Fabrizi, Vittorio Gassmann, Alberto Sordi, Pier Paolo Pasolini mi ha ripreso – acefala! – con due fiaschi d’acqua in “Ragazzi di borgata”. Venivano da noi bambini nell’oratorio della Chiesa di Sant’Anastasìa, per conoscerci, per parlarci.

Sono stata a Roma fino al 1981 poi mi sono sposata con il mio primo amore che mi dedicava poesie e canzoni e mi sono trasferita a Latina, dove ho insegnato Economia Aziendale per 33 anni.
Ho sempre sentito la mancanza dello stile di vita della Capitale.

-D: Hai vinto circa duecento cinquanta premi e titoli in undici anni…

R: Sì. Mi ha spinto a scrivere Domenico Di Stefano, che oggi è il mio spirito guida.
Continuo a sentire il suo amore e la sua vicinanza.
Ho scritto venti libri di poesie e racconti, ho partecipato con le mie opere in svariate antologie.
Ho iniziato a scrivere dopo la morte di mio padre, per ricordare mio nonno, eroe di guerra e medaglia di bronzo, morto ad Addis Abeba nel 1937.
Mio padre, ragazzino orfano, soffrì la fame e l’abbandono della famiglia e di non poter riavere il corpo del genitore, ormai nell’Ossario di Guerra e quindi non più restituibile.
Da questa sofferenza sono partita per esprimere un desiderio di pace e di amore universale.

Amo tutti: la mia famiglia, i miei amici, le persone.

Spero che Salvini voglia cambiare le condizioni di vita degli ultimi, specialmente dei bambini.
Ho fiducia nella sua buona volontà. Spero che abbia la forza di dare dignità anche agli ultimi.
Amo i rom perché non sono compresi e voglio ricordare il loro genocidio, insieme a quello dei nostri fratelli ebrei, che amo insieme ai palestinesi.
Vorrei che i potenti e i ricchi della terra operassero per attuare la pace universale, così come ci hanno insegnato Cristo e tutti i profondi religiosi nel mondo.

-D: Che rapporto hai con gli animali?

-R: Ho avuto un pesciolino che ha vissuto con me per undici anni, ora ho un cane e un gatto che amo molto.

-D: I tuoi libri sono spesso accompagnati da bellissime immagini…

-R: Sì. Sono disegni e dipinti di Milena Petrarca, pittrice, ispiratrice ed amica, vincitrice del Premio di Arti grafiche “Otto milioni” ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Tramite DILA, il Premio Magna Grecia, il quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio e diversi altri gruppi di Artisti con i quali collaboro con spirito di gioia, ho conosciuto Giovanni Rotunno, Assunta Gneo, Bruno Mancini, Michelangelo Angrisani che mi sono di aiuto nell’ispirazione e nell’opera.
Con loro partecipo a numerose giornate di incontro di arte, musica, poesia, cultura che mi danno la carica per continuare il mio lavoro.
A Latina, per il mese di settembre, sto progettando con un’amica un salotto letterario dedicato alle donne.

Grazie Angela, buon lavoro e buone vacanze.

LUCIA FUSCO

NdR: Chi è Lucia Fusco? Ve lo diremo presto!

Twitteroni

1) Oggi, 3 Settembre 2018,

importantissimo appuntamento al Museo Etnografico del Mare di Ischia (Ischia ponte Palazzo dell’Orologio ore 18.00) per avviare nuovi impulsi atti a garantire la sopravvivenza del Museo mediante la collaborazione di Sponsor e di nuove idee gestionali.

Tutti gli amanti della cultura presenti sull’Isola d’Ischia dovrebbero ritenere indispensabile partecipare a questa che è, senza dubbio, una lodevole iniziativa nella prospettiva di rilancio di un Museo dalle caratteristiche quasi uniche in Italia.

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” insieme a numerose altre Associazioni, con le quali essa ha in atto rapporti di stretta collaborazione, hanno deliberato di partecipare all’incontro delegando me a rappresentarle ed autorizzandomi ad offrire tutta la gratuita collaborazione possibile.

2) Il Comune di Forio

è ricorso alla procedura corretta, con avviso pubblico, atta ad assegnare l’incarico di Direttore artistico per le prossime manifestazioni natalizie.
Infatti, il Comune ha partecipato all’avviso pubblico della Regione Campania per essere ammesso al finanziamento con fondi Poc 2014-2020 da erogare appunto per la organizzazione di “Eventi di rilevanza nazionale ed internazionale”.

Il progetto “Note di Natale sotto l’albero” edizione 2018 – 2019” si propone l’obiettivo di «valorizzare tutte le risorse storico – culturali presenti sul territorio, di avvicinare le nuove generazioni alle diverse forme dell’arte – musica, danza, teatro – e di promuovere l’artigianato locale, superando la dimensione locale nella capacità di attrazione di flussi turistici provenienti anche da altre regioni d’Italia».

Questo progetto di massima è stato giudicato ammissibile dalla Regione. Per passare alla fase successiva si deve redigere il progetto esecutivo, specificando e calendarizzando gli eventi che si intende realizzare, nonché indicando il Cast artistico delle singole manifestazioni e il Direttore artistico.

Poiché nell’organico comunale non è possibile reperire figure professionali disponibili, è stata avviata la procedura esplorativa e comparativa per l’individuazione della figura del Direttore artistico. Il Direttore artistico sarà, quindi, nominato tramite valutazione e comparazione dei cs pervenuti e ad un eventuale colloquio.
Il relativo compenso è stato determinato in 3.740,40€..

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, che qui rappresento, insieme a numerose altre Associazioni, con le quali essa ha in atto rapporti di stretta collaborazione sarà lieta di collaborare con il Comune di Forio e con il Direttore artistico prescelto, realizzando GRATUITAMENTE spettacoli culturali e di Arte varia.

Bruno Mancini

Il Dispari 20180827 – Redazione culturale

Il Dispari 20180827

Il Dispari 20180827

Editoriale

L’inizio del mio racconto “L’estate con la parrucca” tratto dalla raccolta “Come i cinesi volume primo”

L’estate con la parrucca
Capitolo 1°

Esiste nella vita una sensazione chiamata notte.
Ad Ischia poi esiste anche un Bar con molti tavoli. Uno è sempre occupato. Il nostro. Quanti ne siamo? Chi lo sa. Molti. Chi siamo? Chi lo sa. Fratelli. Da dove, da dove hanno inizio le vie a questo porto di tavoli e di notte? Chi lo sa. Dalla notte.
Ad Ischia esiste un tavolo che nella notte a macchia d’olio s’allarga alla strada di corpi.

La prima sera fu Luglio.

«Andiamo a cenare ai Maronti, vuoi venire con noi?»
«Eh!»

Come ti sentivo dire di teatro e di letteratura e di cinema e di arte mentre ero vicino alla amica silenziosa e austera!

Tu parlavi ed io ti seguivo, e mentre mi facevi conoscere il tuo inverno, io cercavo di intuire la tua estate e tentavo di inserirmi in essa come presenza attiva.
Estate di uomini? Estate di amori? O forse estate idilliaca di contemplazioni? Sulla spiaggia di individui assorti in penetrazioni di libri, in soste in chiazze di lampioni, all’alba, solo, sui marciapiedi con gli occhi alle cosce lisce e pelose, senza malizia.
Fu notte di prova. Sapere cosa sapevamo saper volere. Mi trovai da solo con lei e lei mi sfuggì.

Fuggì lontano nell’acqua nuda non vista, come vittima di un rito pagano, senza voltarsi e senza parlare.

La tavolata gridò gente. Mangiammo prosciutto e bevemmo vino, bagnammo la pasta di vino, le gambe, la faccia, i capelli.
Di vino, di vino duro e lucente come i nostri occhi di febbre, nato con sforzi di piedi e di mani.
E noi eravamo in esso. Eravamo nelle fatiche dei suoi padri buttati a raccogliere, finita la guerra, l’ultima cesta di semi.
Nei loro affaticati meriggi di Agosto sulla china della collina, sulla terra arsa e mossa in colpi di mani e di acciaio. Eravamo nei loro…

Bruno Mancini

Vetrina libri di Bruno Mancini

www.lulu.com

Pagine 146

Copertina morbida con rilegatura termica

Inchiostro contenuto bianco e nero

ID 470699

Prezzo € 10,41 (IVA esclusa)

 

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html

Silvana Lazzarino |Oliviero Rainaldi in mostra a Napoli con “Le otto opere di misericordia”

A Napoli, al Pio Monte della Misericordia, l’artista rivisita il dipinto del Caravaggio “Le Sette opere di Misericordia”.

L’arte con il suo linguaggio universale racconta le emozioni della vita, restituendole attraverso la poesia di linee, forme e colori dove il tempo sembra fermarsi.
È quanto propone Oliviero Rainaldi, classe 1956, tra i più interessanti protagonisti della scena artistica contemporanea con opere presenti in tutto il mondo, che ha posto al centro della sua ricerca l’uomo e le sue emozioni.

La figura umana è da lui indagata attraverso diversi materiali tra cui olio, gesso, bronzo, marmo, ceramica, affresco, passando da composizioni più complesse ad altre più essenziali in cui si avvertono reminiscenze con culture del passato.
L’indagine sull’uomo e l’esistenza fatta anche di sofferenze, lo porta a soffermarsi sul bisogno dello stesso individuo di dare risposte a questa vita, volto alla ricerca di infinito.
Spiritualità che Rainaldi ha espresso in particolare nella rivisitazione dell’opera realizzata da Caravaggio su commissione di Luigi Carafa Colonna suo protettore durante la fuga da Roma dopo la condanna per omicidio.

Oliviero Rainaldi, in mostra a Napoli fino al 30 Settembre 2018,

mira infatti a creare un dialogo di rispondenze visive ed emotive con l’opera del Caravaggio.
Un lavoro di grande forza realistica con cui sono descritti i sentimenti di compassione, ampliando il senso evocativo della spiritualità e del sacro attraverso anche l’aggiunta di un‘ottava opera a rappresentare l’ottava misericordia volta a se stessi, per recuperare la capacità di amarsi e poi amare gli altri.

Con questa opera formata da otto colonne ciascuna di 9 metri di altezza, leggere e purissime, simulando otto candele Rainaldi intende creare una sorta di completamento con una tra le più avvolgenti opere del Caravaggio conservata proprio al Pio Monte della Misericordia.

L’Artista prosegue l’intensità emotiva data dalle luci e dalle ombre del dipinto del Caravaggio con forme dagli ulteriori segni mistici e significati che abbracciano le “buone” azioni dell’uomo nella sua quotidianità. La scultura/installazione si ispira a quella fiamma simbolo dello Spirito, citando la torcia, che compare al centro del dipinto del Caravaggio da lui utilizzata per la prima volta quale fonte di luce.

Le Sette opere di Misericordia:

Dare da bere agli assetati, Ospitare i pellegrini, Visitare gli infermi, Dar da mangiare agli affamati, Vestire gli ignudi, Visitare i carcerati e Seppellire i morti, grazie al talento di Oliviero Rainaldi, si arricchiscono di un altro gesto, altrettanto importante riferito alla Misericordia con sé stessi.

Per accettare gli altri bisogna prima accettare se stessi a significare quanto sia importanti prima accogliere se stessi, riconoscersi ed amarsi per come si è, per poi essere pronti a fare altrettanto con gli altri.

Un percorso tra sacro e profano, entro attitudini e limiti della natura umana.

Ad accompagnare l’installazione (itinerante) c’è un Catalogo edito da Allemandi con l’introduzione di Alessandro Pasca di Magliano, Soprintendente del Pio Monte della Misericordia e con testi di Maria Savarese, Qilan Shen e Claudio Strinati.

Lucia Fusco inizia a collaborare con la pagina culturale di
Il Dispari intervistando Angela Maria Tiberi

UNA VITA TRA CINEMA E POESIA

Nella villetta a Pontinia quadri, passeggini e biciclette invadono il perimetro delle scale, nel salotto di casa un quadro dai toni viola di Novella Parigini, libri sulle pareti e un bambino addormentato in un box rapiscono lo sguardo e l’anima di chi entra a casa di Angela Maria Tiberi.
Mi accoglie con un sorriso dolcissimo e un bicchiere di acqua fresca e limone.

-D: Angela, dalle tue poesie traspare una creatura che non conosce malvagità…

-R: Imperfetta, cerco di impegnarmi nel mio meglio.
Ignoro i cattivi, devo dire che ho ricevuto il bene anche dai miei nemici.
Spero nel bene, non è una maschera. Io sono così.
Sono nata a Pontinia ma cresciuta a Roma, a Largo Preneste, quando c’erano casette e baracche.

Per strada ho conosciuto Anna Magnani che portava caramelle e giocattoli rotti ai bambini della borgata, da noi traevano ispirazione per il loro lavoro Mario Riva, che ci accarezzava con delicatezza e mi faceva soffrire dicendo che sembravo asiatica con i miei occhi a mandorla, Aldo Fabrizi, Vittorio Gassmann, Alberto Sordi, Pier Paolo Pasolini mi ha ripreso – acefala! – con due fiaschi d’acqua in “Ragazzi di borgata”. Venivano da noi bambini nell’oratorio della Chiesa di Sant’Anastasìa, per conoscerci, per parlarci.

Sono stata a Roma fino al 1981 poi mi sono sposata con il mio primo amore che mi dedicava poesie e canzoni e mi sono trasferita a Latina, dove ho insegnato Economia Aziendale per 33 anni.
Ho sempre sentito la mancanza dello stile di vita della Capitale.

-D: Hai vinto circa duecento cinquanta premi e titoli in undici anni…

-R: Sì. Mi ha spinto a scrivere Domenico Di Stefano, che oggi è il mio spirito guida.
Continuo a sentire il suo amore e la sua vicinanza.
Ho scritto venti libri di poesie e racconti, ho partecipato con le mie opere in svariate antologie.

Ho iniziato a scrivere dopo la morte di mio padre, per ricordare mio nonno, eroe di guerra e medaglia di bronzo, morto ad Addis Abeba nel 1937.
Mio padre, ragazzino orfano, soffrì la fame e l’abbandono della famiglia e di non poter riavere il corpo del genitore, ormai nell’Ossario di Guerra e quindi non più restituibile.
Da questa sofferenza sono partita per esprimere un desiderio di pace e di amore universale.

Amo tutti: la mia famiglia, i miei amici, le persone.
Spero che Salvini voglia cambiare le condizioni di vita degli ultimi, specialmente dei bambini.
Ho fiducia nella sua buona volontà. Spero che abbia la forza di dare dignità anche agli ultimi.
Amo i rom perché non sono compresi e voglio ricordare il loro genocidio, insieme a quello dei nostri fratelli ebrei, che amo insieme ai palestinesi.
Vorrei che i potenti e i ricchi della terra operassero per attuare la pace universale, così come ci hanno insegnato Cristo e tutti i profondi religiosi nel mondo.

-D: Che rapporto hai con gli animali?

-R: Ho avuto un pesciolino che ha vissuto con me per undici anni, ora ho un cane e un gatto che amo molto.

-D: I tuoi libri sono spesso accompagnati da bellissime immagini…

-R: Sì. Sono disegni e dipinti di Milena Petrarca, pittrice, ispiratrice ed amica, vincitrice del Premio di Arti grafiche “Otto milioni” ideato da Bruno Mancini ed organizzato dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Tramite DILA, il Premio Magna Grecia, il quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio e diversi altri gruppi di Artisti con i quali collaboro con spirito di gioia, ho conosciuto Giovanni Rotunno, Assunta Gneo, Bruno Mancini, Michelangelo Angrisani che mi sono di aiuto nell’ispirazione e nell’opera.
Con loro partecipo a numerose giornate di incontro di arte, musica, poesia, cultura che mi danno la carica per continuare il mio lavoro.
A Latina, per il mese di settembre, sto progettando con un’amica un salotto letterario dedicato alle donne.

Grazie Angela, buon lavoro e buone vacanze.

LUCIA FUSCO

NdR: Chi è Lucia Fusco? Ve lo diremo presto!

DILA & IL DISPARI 2018

 

Il Dispari: una pagina per DILA

DILA & IL DISPARI 2017

Il Dispari & Bookcity

Gaetano Di Meglio

Miramare Gaetano .jpg

Direttore del quotidiano Il Dispari

DILA & IL DISPARI 2017 Redazione culturale

distribuito in edicola insieme al quotidiano “Il Mattino” di Napoli

Il mattino logo

ha scritto:

Al Presidente Bruno Mancini e a tutti i Soci Fondatori dell’Associazione Culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

  • Cari amici, come da accordi verbali con Bruno Mancini ed in considerazione della valenza culturale e sociale dei progetti proposti dalla “nostra” Associazione DILA, ho piacere di rendere disponibile una pagina settimanale del quotidiano Il Dispari, da me diretto, per offrire una costante informazione dei programmi DILA ed una qualificata presentazione delle Opere e degli Artisti che vorrete mettere in mostra.
    Tutto ciò tenendo in massima evidenza possibile il rapporto con la realtà geografica, isola d’Ischia in primis, nella quale viene distribuita la testata Il Dispari che, vi ricordo, è venduta in abbinamento con il quotidiano Il Mattino di Napoli.La pagina sarà inserita, salvo imprevisti, nell’edizione del lunedì. Il format suggerito è quello di 2-3 articoli della lunghezza totale di circa 6.000 battute spazi compresi con l’aggiunta di 1-2 foto. Augurando a DILA e al Il Dispari una felice e lunga collaborazione

————|————

Gaetano Di Meglio

Il Dispari Quotidiano | Il direttore

m. +39 346.6226480
u. +39 081.18909067
www.google.com/+gaetanodimeglio
dir@ildispari.com
www.ildispari.it

Alla attenzione di tutti gli Amministratori dei gruppi ai quali sono iscritto.

Nella pagina

IL Dispari 20150525 testata -comp

che il quotidiano Il Dispari (distribuito in edicola insieme al quotidiano Il Mattino di Napoli) ha recentemente assegnata all’attività redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” (della quale sono Presidente), sarò lieto di pubblicare notizie di carattere artistico culturale indicate dagli Amministratori dei gruppi ai quali sono iscritto.

Ciò vuole rappresentare il naturale proseguimento del programma di collaborazione con le varie forze operanti sul territorio che è parte integrante dei progetti culturali da me proposti con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Compatibilmente con lo spazio di volta in volta disponibile, e con l’avvertenza che i contenuti dovranno essere interessanti specialmente per la comunità ischitana, invito chi di voi vorrà partecipare a questa iniziativa ad inviarmi un cenno di adesione e gli opportuni recapiti telefonici/e-mail a

emmegiischia@gmail.com.

Per ulteriori informazioni rispondo dal 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24 con avvertenza che NON rispondo a numeri segnalati come anonimi.
Bruno Mancini

DILA & IL DISPARI 2015 – 2016

Il Dispari DILA 2

Il Dispari: una pagina per DILA

DILA & IL DISPARI 2015 – 2016

IL DISPARI 2017

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48 Il Dispari 2018

DILA & IL DISPARI 2017

Il Dispari

Associazione culturale DILA

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Camera Commercio Milano vetrina progetti

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Arianna Carossa. Performance a Genova

ARIANNA CAROSSA A GENOVA MUSEO DI VILLA CROCE

ANATOMIA DELLA DISTANZA

 Entro la dimensione del concettuale rivisitata unendo tradizione e modernità attraverso l’uso di materiali semplici e ordinari, solcando la dinamica del contemporanea che gioca con riferimenti illusori e lontani dalla realtà come la si legge nel flusso quotidiano, si orienta l’arte di Arianna Carossa artista genovese da anni attiva a New York dove vive e lavora. L’accostamento tra lavori dall’aspetto semplice con altri più elaborati le permette di ridefinire il messaggio che l’arte contemporanea invia creando uno spaesamento anche grazie ad un nuovo modo di concepire il rapporto tra oggetti e ambiente entro cui essi vengono collocati.

Alla sua arte che apre ad nuove prospettive del pensiero prestandosi a diverse interpretazioni, il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova dedica durante la serata del 13 luglio 2017, un interessante appuntamento con ANATOMIA DELLA DISTANZA, a cura di Fabio Carnaghi, che riflette sulla pratica dell’assenza a partire dall’abbandono. Si tratta di un intervento realizzato dall’artista genovese appositamente per lo spazio della Galleria in cui viene sottolineata l’assenza, aspetto centrale in diversi suoi lavori, che qui diventa prima principio estetico e poi etico. Nella performance “la caduta” sottolinea il senso del distacco e della rimozione quale risultato di un’indagine psicoterapeutica in collaborazione con la Dott.ssa Nicoletta Cinotti psicoterapeuta Senior Trainer of Mindfulness, unitamente al video “If you don’t name it, it doesn’t exist” con Roberto Saviano e diretto da Paolo Boriani.

Come altre sue performance e installazioni di grandi dimensioni l’intento della Carossa è quello di sorprendere il visitatore, di portarlo dentro questa nuova visione dell’arte coinvolgendolo in prima persona, rendendolo parte attivai a quanto viene descritto e comunicato. Il visitatore ha così la possibilità di vivere la percezione estetica attraverso un percorso esperienziale. L’arte entra nell’esperienza toccando le emozioni e in questa ottica il distacco e l’abbandono possono tramutarsi in occasioni di consapevolezza e arricchimento.

Arianna Carossa nelle sue opere apprezzate in tutto il mondo e molto richieste, restituisce nuova vita agli oggetti: oggetti che sembrano anonimi e ordinari, ma che acquistano nei suoi spazi nuova vitalità dando una possibilità di ascolto visivo ed emotivo. In questo rinnovato modo di fruire l’arte, diventa essenziale il criterio con cui sono assemblati gli oggetti di diversa provenienza anche in relazione allo spazio. Oggetti semplici, decontestualizzati dal proprio ambiente usuale e abbinati a materiali anche di recupero allusivi – grazie anche all’utilizzo di registrazioni di suoni, voci e rumori- a contesti, persone, animali o riconducibili a precisi stati d’animo.

Silvana Lazzarino

ARIANNA CAROSSA

Arianna Carossa artista di base a New York. Ha esposto a Documenta 11 (“Souvenir aus Genua”, Kunstbalkon Kassel, Documenta 11, Kassel, Germania), Guggenheim Museum (“James Turrel and Me, Story of Love Affairs”, New York, USA), Frieze NY 2013, MACRO Museum (“Road of Contemporary Art”, Roma, Italia), Galata Museum (“Doing Things Going Places”, Genova, Italia), Foundation for Contemporary Art, Rivara Castle (“Sound Of My Soul”, Torino, Italia), Spallanzani Museum (“Ketos 2.0”, Reggio Emilia, Italia), Vittoriano (“Ente Comunale di Consumo”, Roma, Italia), Museo Archeologico Castel San Giorgio (“Prima c’erano gli altri”, La Spezia, Italia).

 

ARIANNA CAROSSA

ANATOMIA DELLA DISTANZA

a cura di Fabio Carnaghi

Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce

Via Jacopo Ruffini 3, 16128 Genova

Orari Museo: giovedì-venerdì: 12-19; sabato-domenica: 10-20.

Telefono 010 580069/585772,  museo@villacroce.org

Performance giovedì 13 luglio 2017 ore 19.00

 

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Beatrice Pediconi alla Galleria Sara Zanin di Roma

Beatrice Pediconi, Alien, 2016 Performance tra arte e musica verso l’espansione

Alla Z2o SARA ZANIN GALLERY a Roma, diretta dalla storica dell’arte e curatrice di mostre Sara Zanin, espongono artisti di grande successo e richiamo internazionale.

Beatrice Pediconi mostra galleria Sara Zanin Roma

Beatrice Pediconi
mostra galleria Sara Zanin Roma

Lo scorso anno, tra i nomi di spicco che hanno esposto alla galleria citiamo Evgeny Antufiev, Giovanni Kronenberg e Alessandro Roma, tre artisti contemporanei di fama internazionale, presenti dal 4 al 6 novembre 2016 anche ad ARTISSIMA principale Fiera d’arte contemporanea in Italia a Torino. Diversi per linguaggi, stili e contenuti, essi hanno posto al centro del proprio discorso l’uomo, il suo vissuto che si rapporta anche al passato e a quanto lo circonda come la natura.

Altro nome di spicco che ha esposto alla Galleria Sara Zanin è quello di BEATRICE PEDICONII, la cui arte, parla di continuità ed espansione, attraverso riferimenti legati alla natura in particolare l’energia e il flusso dell’acqua quali presenze ininterrotte della vita, recuperate sotto altre visioni.

La personale a lei dedicata presso la Galleria Sara Zanin. DIMENSIONI VARIABILI illustra la capacità di questa eccellente artista di intrecciare i diversi linguaggi che procedono dalla pittura alla fotografia, dal video all’installazione, con originalità tanto da approdare a nuove visioni.

Beatrice Pediconi mostra Galleria Sara Zanin

Beatrice Pediconi mostra Galleria Sara Zanin

Il movimento della permutazione della materia è reso attraverso un percorso che partendo da polaroid di grande formato giunge ad un video di recente produzione. A catturare lo sguardo è il colore coni pigmenti per colori ad olio e l’acqua elemento che appartiene all’uomo fin dalla nascita per restituire un movimento in espansione. Ed è questo sentimento di espansione legato allo stato primordiale dell’uomo che si ritrova nella PERFORMANCE SONORA in programma per il finissage della mostra, sabato 28 gennaio 2017alle ore 19.30 ad ingresso garantito fino ad esaurimento posti.

La performance, Alien, 2016 (one channel video, dimension variable, 5 min 40″, color, silent) quale risultato del suo impegno a confrontarsi e collaborare sul piano espressivo e linguistico con artisti e professionisti di altre discipline, invita a riflettere sul concetto di trasformazione e sperimentazione per dare forma a nuovi risultati dove la dimensione visiva viene amplificata dalla continuità delle contaminazioni tra gli stessi linguaggi artistici. Grazie all’incontro con musicisti, scrittori, coreografi e scienziati, Beatrice Pediconi nel suo lavoro ha potuto  sottolineare l’aspetto legato alla tensione trasformativa orientando lo stesso lavoro oltre, come una sorta di  work in progress. Con questa performance Beatrice Perdiconi ha costruito un dialogo con un giovane musicista di ricerca e grande talento, che interagirà in tempo reale con il video “Alien, 2016” con una performance musicale scritta per l’occasione.

Silvana Lazzarino

Beatrice Pediconi

DIMENSIONI VARIABILI

z2o Sara Zanin Gallery

Via della Vetrina 21, 00186 Roma

In occasione del finissage della mostra Alien, 2016 Performance sonora

Sabato 28 gennaio ore 19.30

Per informazioni e prenotazioni: T +39 06 70452261  Ingresso libero

 

NOTA BIOGRAFICA DI BEATRICE PEDICONI

Beatrice Pediconi vive e lavora a New York. Si è laureata in Architettura presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Tra le recenti mostre personali: Alien/Alieno (Sepia EYE Gallery, New York, 2016), 9”/Unlimited (Collezione Maramotti, Reggio Emilia, 2013), Red(z2o Sara Zanin Gallery, Roma, 2011), Senza Titolo (Galleria Valentina Bonomo, Roma, 2009). Una selezione delle recenti mostre collettive include: L’altro sguardo, fotografe italiane 1965 – 2015 (Triennale di Milano, 2016),Ensemble, quand la Maisonne Européenne de la Photographie collectionne, (Les Rencontres des Arles, France 2015), Plumbing-Sequence VII–Real Time video Biennal (Reykjavik, Iceland, 2015), Untitled 2008 (video installazione), L’altra metà del Cielo, Un percorso al femminile nella collezione del Macro (MACRO, Roma, 2015).

 

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HALIDA BOUGHRIET E LA SUA AFRICA

HALIDA BOUGHRIET

LA SUA AFRICA TRA NOSTALGIA E DOLORE

A MILANO presso Officine dell’Immagine

Stati d’animo, emozioni legate alla sua terra, l’Africa a quelle zone abitate da povertà, guerre dove a regnare sono paura, angoscia e disperazione, sono restituite sotto un profilo nuovo, desueto attraverso il percorso artistico di Halida Boughriet (Lens, 1980), artista franco-algerina. voce emergente tra le più interessanti del panorama dell’arte contemporanea.

Halida Boughriet

Halida Boughriet

Attenta e ricercata sul piano stilistico ed espressivo, Halida Boughriet, che ha esposto con successo  in prestigiosi spazi come il Centre Pompidou e l’Institut du Monde Arabe di Parigi, da voce alle emozioni di un tempo passato e presente cui è legata restituendole con una nuova prospettiva.

Al centro del suo discorso artistico che unisce fotografia, performance e video sono presenti aspetti legati a problemi socioculturali, identitari, comportamentali e geopolitici legati alla sua terra, l’Africa, ma anche in generale alla realtà socio culturale di oggi, dove sempre più si coglie l’incomunicabilità tra individui e dove vige un profondo senso di sradicamento, nonché il conseguente bisogno di “appartenere” e sentirsi ascoltati. Questi aspetti e molto altro accompagnano le immagini semplici, ma complesse, incisive ed eloquenti della mostra a lei dedicata che inaugura a Milano il 20 ottobre 2016 presso la Galleria Officine dell’Immagine.

Halida Boughriet

Halida Boughriet

L’esposizione Halida Boughriet. Pandora’s Box a cura di Silvia Cirelli, prima personale presentata in Italia dall’artista, riunisce un’ampia selezione di opere mai esposte in precedenza che colpiscono gli occhi e la mente del visitatore sia per un’estetica attenta e ricercata nei dettagli, sia per la capacità di trasmettere il lato più fragile di una realtà umana di cui affiorano silenziose paure, incertezze e quel filo di speranza che forse ancora resiste.

Significative sono le azioni performative che attraversano diversi momenti della sua opera e di cui talvolta è lei stessa protagonista. Azioni performative espresse nelle serie fotografiche o documentate su supporto video che catturano perché immettono in un contesto che è ad un tempo naturale e artificiale, come  sospeso tra visione e azione, sogno e realtà. Attraverso un linguaggio versatile e originale Halida Boughriet fa affiorare le emozioni e le tensioni di un’umanità fragile e lesa dove affiorano bellezza e sofferenza, evasione e costrizione in un equilibrio precario. Lo si evince in modo particolare nella serie fotografica Pandora (2014) da cui deriva il titolo della mostra: in Pandora gli ambienti interni sono descritti con minuziosi dettagli, eleganti e raffinati che rimandano al genere fiammingo rivisitato in chiave contemporanea. Ambienti che diventano scenario inverosimile di sguardi, gesti e azioni di ragazzini dei sobborghi di Parigi ad indicare un contrasto tra un ambiente ricercato e chi vi è collocato, quasi a voler dichiarare l’estraneità di questi ragazzini ad un contesto distante dal loro vissuto cui faticano ad adattarsi come mostrano i loro gesti per nulla spontanei e naturali.

Halida Boughriet

Halida Boughriet

Accanto a Pandora è la serie Corps de Masse (2013-2014) con altrettanta attenzione ai dettagli scenici che danno risalto alle suggestive sale del Museo d’Arte e di Storia di Saint-Denis in Francia. La corporeità è espressa sia dalla presenza dei corpi dei personaggi fotografati e accompagnati da una luce naturale, sia dal loro emulare unendosi agli altri le pose dei soggetti dei dipinti esposti nel museo.

Emerge il rapporto con il passato e l’importanza della memoria che porta con se nostalgie e verità, e allo stesso tempo il bisogno di costruire legami tra persone; tematiche queste che si riscontrano anche nel più recente lavoro Réflexion(s) del 2016, in cui viene riletta la teoria di Leibniz secondo cui la realtà è considerata come una miscela di percezioni – e riflessioni, appunto – che devono fondersi insieme per un’armonia universale. Per questo lavoro viene utilizzato uno specchio per far provare allo spettatore la percezione che investe l’altro: lo spettatore infatti vede il riflesso di quanto viene contemplato dal soggetto della fotografia.

Halida Boughruet

Halida Boughriet

Di guerra, sofferenza e distruzione da testimonianza il video Autoportrait, attraverso gli occhi  dell’artista che si fa portavoce di vissuti che restano nella memoria. La sofferenza è centrale anche  nella serie Cri silencieux (2016) in cui il corpo dell’artista rivela un tormento inconfessato attraverso il suo grido silenzioso nel centro della Piazza dei Martiri di Beirut che diventa grido universale di un ‘umanità sospesa nell’attesa di un possibile cambiamento.

A proposito di immagini performative dove il corpo è protagonista, durante l’inaugurazione della personale di Halida Boughriet non poteva mancare la performance Sans Titre (Afrique), presentata dall’artista nel 2014 anche al Centre Pompidou. Si tratta di un componimento sonoro da lei realizzato sulle note de “Il Crepuscolo degli Dei!, “La marcia funebre di Sigfrido” di Wagner che farà da accompagnamento alla ballerina Olga Totukhova nella sua danza su un tappeto dove è ripresa la mappa dell’Africa, compresi quei luoghi dove guerre e conflitti sono ancora in atto.

Silvana Lazzarino

 

Halida Boughriet Pandora’s Box

a cura di Silvia Cirelli

Catalogo: Vanillaedizioni

Officine dell’Immagine

Via Atto Vannucci 13- Milano

Orari: martedì – sabato: 11.00 – 19.00;

lunedì e festivi su appuntamento

dal 20 ottobre all’ 11 dicembre 2016

Inaugurazione: giovedì 20 ottobre 2016

Ingresso libero

Informazioni; telefono 02 91638758

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Kinkaleri performer

Kinkaleri artista performer tra segno, parola e gestualità

Everyone Gets Lighter | All!

Artista performer con un percorso dove la corporeità fatta di gesti e movimenti rielabora la comunicazione dei codici e dei segni, Kinkaleri nato a Firenze nel 1995.orienta il suo discorso fatto di unicità e totalità sulla sperimentazione che richiamandosi all’azione teatrale ricerca modi sempre nuovi per esplorare l’universo interiore attraverso le performance, dando spazio a produzioni video, materiali sonori allestimenti e installazioni. Con diversi programmi in Italia e all’estero .Kinkaleri, affiancato da Massimo Conti, Marco Mazzoni e Gina Monaco progetta e pianifica i diversi interventi performativi basati sull’uso di ogni linguaggio legato ai sensi che interagiscono con gli apparati scenici dove le immagini si intrecciano ai suoni.

KINKALERI EVERYONE GETS LIGHTER | ALL!

KINKALERI
EVERYONE GETS LIGHTER | ALL!

Con sede operativa presso lo spazio K nel centro storico di Prato, negli ultimi anni Kinkaleri ha dato vita ad un progetto “ALL” impostato su percorsi fisici, verbali,  visivi e sonori per dare libera forma alle molteplici espressioni del pensiero attraverso la comunicazione gestuale fatta di segni e codici sviluppati entro un ritmo che rimanda alla danza.

Fondamentale per sviluppare questa ricerca è l’uso del “codice K”, codice appositamente pensato per ridare nuova funzione alle calligrafia e conseguentemente al significato della parola stessa per ridefinire l’idea di coreografia. Il simbolo alfabetico diventa gesto: il performer trascrive il simbolo alfabetico sul proprio corpo che vibra con le presenze e assenze del luogo e dello spazio, in rapporto al tempo che diventa globale e assoluto. Emerge una coreografia che utilizzando l’alfabeto e la sua proiezione nel gesto apre ad una maggiore libertà espressiva che investe tutte le funzioni del corpo in un movimento pluridirezionale.

A questo progetto dove il simbolo alfabetico trova nuova espressione nella corporeità in movimento nello spazio nella totale libertà espressiva è dedicato un progetto/ performance “Everyone Gets Lighter | All!” cui Kinkaleri darà vita insieme a Marco Mazzoni e Massimo Conti a Genova presso il Museo Villa Croce l’8 luglio 2016.

La performance giocando sulla ridefinizione del segno attraverso la corporeità quale veicolo privilegiato delle emozioni che entrano ed escono da uno spazio e un tempo in divenire, diventa luogo di libertà individuale dove è dato spazio ad ogni funzione del corpo. Un modo per qualsiasi performer di guardare alla scrittura come dato compositivo da interpretare qui e ora, adottando un codice/linguaggio che nella sua applicazione calligrafica ha la possibilità di divenire altro, travalicando la parola stessa e ridefinendo l’idea di coreografia. Everyone Gets Lighter è una performance sulla trasmissione dell’alfabeto gestuale nel suo divenire poi danza attraverso il movimento e la gestualità dell’attore performer. Dopo la performance attraverso un dispositivo saranno presentati da un performer tutti gli elementi costitutivi del codice, fornendo al pubblico le possibili applicazioni che coinvolgono il corpo nella sua potenzialità comunicativa e coreografica. La performance vuole essere un modo per entrare nei meccanismi della pratica del gesto nelle sue diverse possibilità espressive e allo stesso tempo luogo dove entrare in contatti con l’orizzonte  contemplativo.

Silvana Lazzarino

 

Everyone Gets Lighter | All!

Progetto di Kinkaleri con Marco Mazzoni

a cura di Massimo Conti

prodotto da Kinkaleri

con il sostegno della Regione Toscana

durata 30′

Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce

Via Jacopo Ruffini 3, 16128- Genova

venerdì’ 8 luglio 2016

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