Luciano Ventrone e il fascino nascosto della natura morta a Gualdo Tadino

Luciano Ventrone: la mostra dedicata alle sue nature morte inaugurata da Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi, esposta nella Chiesa Monumentale di San Francesco

Oltre l’ordinario, nascosta nel reale si cela quell’immagine che spesso sfugge ad un primo impatto, aprendo all’invisibile: è quella proiezione di un nuovo orizzonte visivo ed emotivo restituita da LUCIANO VENTRONE che a partire dall’uso della fotografia realizza dipinti proiettati verso il superamento  della resa oggettiva della realtà.

Luciano Ventrone mostra a Gualdo Tadino. Accordi naturali

La fotografia diventa per l’artista romano che da oltre trent’anni si dedica a soggetti di nature morte, punto di partenza per cogliere l’oltre e guardare all’astrazione dell’oggetto, superando la semplice apparenza. In particolare le nature morte, slegate dal loro essere materia, sono da Ventrone restituite in pittura attraverso una perfetta e armoniosa combinazione di punti di luci e colore che superano la stessa rappresentazione reale.     Tra gli artisti contemporanei più stimati e apprezzati a livello internazionale Luciano Ventrone, nato a Roma nel 1942, da voce ad un universo fatto di percezioni legate a quel microcosmo che risiede negli aspetti del reale e nelle nature morte con cui far vibrare emozioni di felicità e nostalgia tra illusione e verità che accompagnano l’uomo nella ricerca di risposte al suo destino dove il passato ritorna come presenza costante e silenziosa.

Il suo sguardo soffermandosi sui vari aspetti della realtà e delle nature morte, cattura particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili, perché calati entro una realtà dove le immagini si susseguono senza fine allontanando dal banale senso delle cose verso “l’ipernaturale”.

Luciano Ventrone mostra a Gualdo Tadino.  Filo di perle

E’ questo senso autentico delle cose, il loro lato nascosto – tra luoghi vicini e lontani e nature morte- dove emergono luce e colore, a caratterizzare la mostra a lui dedicata “Meraviglia ed estasi “ che ssi è inaugurata domenica 15 aprile 2018 alle ore 17.30 a Gualdo Tadino (Perugia) presso il Teatro Talia (in Via Ruggero Guerriero) alla presenza di Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi che ne sono i curatori.   Promossa da Polo Museale città di Gualdo Tadino, con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, l’esposizione, organizzata dall’Associazione Archivi Ventrone è allestita negli spazi della Chiesa Monumentale di San Francesco a Gualdo Tadino dove resterà aperta dal 17 aprile al 28 ottobre 2018.

Un percorso intenso dove le nature morte di Luciano Ventrone cattureranno l’interesse dei visitatori per la forza evocativa con cui viene restituito l’universo delle emozioni a partire da rappresentazioni di fiori, frutta e oggetti in posa che proiettano verso percezioni volte oltre i sensi quasi ad avvertire l’ ipernaturale.

La scelta di Gualdo Tadino non è stata casuale: come hanno sottolineato gli organizzatori la stessa cittadina è stata patria di Matteo da Gualdo (1435 circa-1507), tra gli antesignani del genere della natura morta – con la sua celebre tavola raffigurante l’’Albero di Jesse’, della fine del XV secolo- genere pittorico che Ventrone ha interpretato secondo uno stile e un linguaggio innovativo tra i più apprezzati.

Luciano Ventrone mostra a Gualdo Tadino. Approdo

 

Ad accomunare le opere in mostra, realizzate grazie ad una tecnica senza imperfezioni, esagerata e metafisica è l’interazione tra luce, forma e colore a suggerire rappresentazioni scenografiche suggestive dalla forte spettacolarità tali da coinvolgere occhio e mente in un’armonia di stupore e estasi. Delle nature morte Ventrone restituisce l’intrinseca bellezza, la plasticità delle forme, il fascino nascosto esaltato dai riflessi delle luci su superfici ora concave e convesse dove si incontrano e accostano diverse gamme di colori caldi e intensi, opachi e vivaci. Emergono ricordi, nostalgie, attese, guardando al tempo che passa tra sogni e speranze dove affiorano vanità e fragilità per ritrovare se stessi nel mosaico di emozioni che accompagnano la vita.

Tra le opere vanno citate: “Accordi Naturali”, “Antichi sapori” (2011/2017), “Approdo” (2010/2018) e  i  due inediti paesaggi: “Silvi Marina” (2013/2017) e “I racconti del vento” (2006), rispettivamente una marina e un deserto (soggetto eseguito solo in quattro versioni). Esse sono vere e proprie istantanee di luce e colore, dove il sole sostituisce la fredda e artificiale luminosità elettrica delle nature morte riflettendo quella luce calda che vena d’avorio il mare Adriatico nei pomeriggi d’agosto, così come le dune di sabbia della Libia. E poi “Fragilità” (2013/2017), “Il filo di perle”(2010/2018) e “Il tempo delle vanità” (1998), senza dimenticare  “Mosaico” (2011), raffigurante una melagrana gigante spaccata, esposto nel Padiglione Italia della 54° edizione della Biennale di Venezia. Il Catalogo è edito da Carlo Cambi Editore.

Silvana Lazzarino

 

LUCIANO VENTRONE

MERAVIGLIA ED ESTASI

a cura di Vittorio Sgarbi e Cesare Biasini Selvaggi

Chiesa monumentale di San Francesco,

Corso Italia, Gualdo Tadino (Perugia)

Orari: da martedì a domenica 10.00 – 13.00; 15.00 – 19.00

dal 17 aprile al 28 ottobre 2018

Per informazioni: tel. 075. 9142445

 

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TRIENNALE DI ARTI VISIVE A ROMA

TRIENNALE DI ARTI VISIVE A ROMA

PARTECIPA LA PITTRICE PATRIZIA CANOLA CON “FUTURO”

L’arte di Patrizia Canola è poesia delle emozioni perché riesce a restituire quel battito interiore che lega gioia e nostalgia, passato e presente proiettando lo sguardo verso il futuro attraverso i molteplici scenari di una natura in divenire filtrata nei suoi diversi volti dalla forza rivelatrice della luce. Pittrice di fama internazionale, da molti critici definita impressionista- macchiaiola, Patrizia Canola, nasce a Milano, ma ben presto dopo aver girato diversi luoghi dell’Italia tra Emilia Romagna, Umbria e Toscana si trasferisce in Brianza. sito privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano dei suoni, dei respiri e silenzi della natura: una natura che si mostra serena e solare, ma anche nostalgica e misteriosa passando da boschi dove scorrono ruscelli dall’acqua cristallina a marine, da paesaggi invernali attraversati da una luce abbagliante a nature morte, per arrivare a scenari dove ogni immagine è appena accennata, avvolta da chiarori di luci che definiscono la parte emotiva del pensiero.

Triennale di Arti Visive a Roma dipinto Futuro di Patrizia Canola

Triennale di Arti Visive a Roma dipinto Futuro di Patrizia Canola

Patrizia Canola, con quarantanni di carriera ha all’attivo numerose mostre in Italia e all’estero: citiamo tra le più recenti: “Nel respiro di Gaia. La Madre Terra” a Gualdo Tadino nello Spazio Store di San Benedetto, Verdi Off” a Parma per il Festival di Verdi e “Art Walk” a Palazzo Zenobio Venezia.

Quest’anno Patrizia Canola è tra gli artisti selezionati per l’ESPOSIZIONE TRIENNALE DI ARTI VISIVE A ROMA giunta alla terza edizione, che sarà inaugurata il 1 aprile 2017 presso il Complesso del Vittoriano di Roma da Daniele Radini Tedeschi noto critico d’arte e Achille Bonito Oliva, teorico della Transavanguardia e riconosciuto come il più importante curatore d’arte contemporanea.

Oltre a questa principale sede espositiva la rassegna d’arte a cura di Gianni Dunil, è allestita presso lo storico Palazzo Velli e la Fondazione Venanzo Crocetti dove inaugura il prossimo 25 marzo. Proprio in quest’ultimo sarà esposto il dipinto di Patrizia Canola, “Futuro selezionato per la grande esposizione. Un’ opera intensa per lo stile e il contenuto in cui l’artista ha voluto rappresentare il suo modo di vedere un possibile futuro per l’umanità ora sempre più presa dal bisogno di riconoscimenti sul piano materiale e sempre meno rivolta ad ascoltare le emozioni del cuore. Da un lato aridità e perdita dei veri valori per inseguire falsi miti, dall’altro il bisogno di ritornare sui propri passi e guardare ad un futuro in cui ritrovare l’ascolto e l’accoglienza con l’altro a partire da se stessi. Due vie possibili da percorrere, due possibili scelte con cui l’uomo può indirizzare il proprio domani, liberamente. E’ data all’uomo la possibilità di rinascere indirizzandosi verso il percorso dove trovare la forza di guardare in se stesso.

Triennale di Arti Visive a Roma 2017

Triennale di Arti Visive a Roma 2017

“Futuro” fa parte del nuovo ciclo di dipinti che l’artista ha iniziato a realizzare circa un anno fa con “Va pensiero” nel quale  spicca quel bisogno di libertà reso dalla rappresentazione di figure eteree proiettate verso l’alto, quasi impercettibili e in simbiosi con il chiarore dello sfondo che avvicina a quella luce dove tutto rinasce e respira di nuova vita.

Il catalogo della rassegna, la cui introduzione è curata da Vittorio Sgarbi, contiene diversi testi critici di nomi importanti del panorama della storia e della critica d’arte.

La giuria formata da Jas Gawronski, Stefania Pieralice e Gianni Lattanzio, avrà il compito di votare e stabilire l’artista vincitore dell’edizione del 2017 di questa prestigiosa rassegna d’arte. Inoltre sarà assegnato il “Premio alla Carriera” da parte del comitato scientifico della rassegna nelle persone di Mario Bernardinello, Dante Fasciolo, Loredana Trestin e Stefano Valeri.

Negli scenari raffigurati da Patrizia Canola, legati alla natura, la luce è fondamentale diventando elemento che forma e fonde il colore a svelare i dettagli della stessa natura al passare delle stagioni che corrono in sintonia con stati d’animo ed emozioni. La luce da lei catturata sia diurna, sia crepuscolare, avvolge ogni singolo particolare del paesaggio o veduta: ecco che un bosco, un campo di grano, un torrente d’acqua cristallina e poi le mimose, le peonie e l’uva bianca, si riempiono di questa essenza che traspare in ogni loro dettaglio creando il senso del movimento. Intense le incursioni di luci a scandire le variazioni cromatiche in “Rifrazioni” (2014) e “Atmosfera d’inverno sul fiume Adda” (2015) che esaltano l’effetto delle trasparenze legate alla magia dei riflessi. La luce nei dipinti della Canola crea trasparenze e spessori, riflettendosi nell’acqua e liberandosi nel cielo: una luce che ora sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in “Luci d’Autunno” (2015), ora fermarsi su quelle proiezioni di orizzonti dove i i ghiacciai diventano specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in “Incanto d’inverno” (2015). Verità sul senso della vita inafferrabile, ma percepibile attraverso colori intensi e vivaci, delicati e avvolgenti nel loro restituire profumi ed energia ad alberi, fiori, fili d’erba, ninfee che raccontano della continuità, del passare dalla nascita alla morte, per poi rinascere. E’ la rinascita del respiro cosmico che abbraccia il finito e l’infinito tra la terra e il cielo, parlando all’uomo del mistero della vita. E’ la rinascita quale simbolo di speranza che si lascia intravedere proprio in “Futuro” in cui  la Canola da forma alle vibrazioni del pensiero più puro cogliendo l’essenza della vita che guarda oltre l’apparenza e supera le distanze riscoprendo la bellezza della verità..

Silvana Lazzarino

ESPOSIZIONE TRIENNALE DI ARTI VISIVE A ROMA

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Via San Pietro in Carcere, Roma

26 marzo – 23 aprile 2017

Palazzo Velli Expo, Piazza Sant’Egidio 10, Roma

Fondazione Venanzo Crocetti, via Cassia 492, Roma

25 marzo – 22 aprile 2017

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

apertura al pubblico domenica 26 marzo fino al 23 aprile 2017

inaugurazione sabato 1 aprile ore 16.00

Palazzo Velli Expo

apertura al pubblico sabato 25 marzo ore 16.00 fino al 22 aprile 2017

conferenza domenica 26 marzo ore 16.30

Fondazione Venanzo Crocetti

apertura al pubblico sabato 25 marzo fino al 22 aprile 2017

Orari

Complesso del Vittoriano – Ala Brasini

Lunedì – Giovedì 9.30 > 19.30, Venerdì – Sabato 9.30 > 22.00, Domenica 9.30 > 20.30

Ingresso libero- L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura

Palazzo Velli Expo

Lunedì – Venerdì 11.00 > 19.00; Sabato e Domenica chiuso, Ingresso libero

Fondazione Venanzo Crocetti

Lunedì – Venerdì 11.30 > 13.00 – 15.00 >19.00; Sabato 11.00 > 19.00, Domenica chiuso, Ingresso libero

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MURRINA VASA A luxury of Imperial Rome

MURRINA VASA il volume di Dario del Bufalo

a Roma alla Bertolami Fine Arts, Palazzo Caetani Lovatelli

Martedì 14 marzo 2017 alle 18,30 presso Bertolami Fine Arts – Roma, Dario Del Bufalo con Raniero Gnoli, Vittorio Sgarbi e Roberto Marcucci, presenterà il suo ultimo volume Murrina Vasa. A luxury of Imperial Rome («L’Erma» di Bretschneider).dario del bufalo _1

Uno studio sulla Murrha, forse il materiale naturale prezioso più discusso della storia dell’arte. Tema trattato da Properzio e Giovenale, descritto con precisione da Plinio nel XXXVII libro della Naturalis Historia, si sono succedute poi nei secoli le interpretazioni più varie per il riconoscimento della pietra preziosa che costituiva i famosi, costosissimi e ambitissimi vasa murrina. Si è creduta essere un marmo, un alabastro, una fluorite, un vetro, una porcellana, un diaspro, un calcedonio, ecc.

L’autore con un’attenta disamina dei testi antichi e un confronto con i materiali più preziosi dell’antichità, conservati nei vari musei e nelle raccolte d’Europa, giunge ad una chiara e inequivocabile conclusione che ha tutti i riscontri tecnici e filologici.

Si è riunito per la prima volta un repertorio di più di trecento esempi di vasi murrini nelle collezioni mondiali conosciute.

 

Scheda tecnica Volume

Titolo: Murrina Vasa. A luxury of Imperial Rome

Autore: Dario Del Bufalo

Edizione: «L’Erma» di Bretschneider. Collana “Bibliotheca Archaeologica”

Anno: Roma 2016

Pagine: 210 – 70 ill. b/n e 350 ill. col.

Lingua: inglese con testi in italiano

Info «L’Erma» di Bretschneider tel. 06 6874127

Info Stampa

StudioBegnini – Ufficio stampa

info@studiobegnini.it – studiobegnini.it

 

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Il Dispari 2016-11-28

Il Dispari 2016-11-28

Il Dispari 2016-11-28

Editoriale

Testo introduttivo all’evento “Da Ischia L’Arte” realizzato a Milano il 20 Novembre 2016 nell’ambito dei palinsesti di EXPO in città e di Bookcity 2016.

Signore e Signori, buon giorno da Antonio Mencarni, Socio fondatore dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte” nonché VOX dei progetti culturali.
Amici e collaboratori del progetti MADE in Ischia: grazie d’essere venuti da ogni parte d’Italia.
Comitati organizzatori di EXPO in città e di Bookcity: siamo onorati di poter far parte dei vostri palinsesti.
Città di Milano: siamo orgogliosi d’essere qui oggi in virtù delle iniziative sagacemente proposte e governate con impegno e professionalità dalla vostra Amministrazione comunale.

Il nostro viaggio di avvicinamento a questa splendida aula magna della SIAM dura da oltre nove anni. Nove anni durante i quali abbiamo impegnato notevoli nostre risorse personali per l’unico e dichiarato scopo di fare in modo che la Poesia in particolare e l’Arte in generale riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.
Oggi, qui, a Milano, nel contesto dei programmi di EXPO in città e di Bookcity poniamo, a segnale dell’avvenuto arrivo dei nostri progetti, una pietra miliare che nessuno potrà ignorare.

Certamente, e lo capisco, molti di voi potrebbero avere “l’impressione” che, in fondo, la proposta culturale della quale ci accingiamo alla presentazione non sia un’eccezione né per la città di Milano, né tantomeno per ciò che, normalmente, viene espresso tramite EXPO in città e tramite Bookcity.
A tale “impressione” rispondiamo con la certezza che mai prima di noi un volume di poesie era stato edito grazie alla pubblicità inserita nelle sue pagine, ottenendo, in tale modo, l’opportunità di essere edito in oltre 5.000 copie rese disponibili in gratuita lettura per oltre 4.000.000, sì quattro milioni, di potenziali lettori.

Il tutto senza un solo euro di contributo pubblico.

Noi siamo qui, a Milano, nel contesto dei programmi di EXPO in città e di Bookcity dopo che Bruno Mancini, oltre nove anni fa, propose a Roberta Panizza (che accettò) di operare insieme nel tentativo di realizzare l’idea innovativa, lo ripeto mai prima attuata in Italia, di coinvolgere Società ed Aziende come sponsor di antologie poetiche e premi di poesia.

Da allora sono state pubblicate 12 antologie, sono stati realizzati più di 50 eventi e sono stati coinvolti più di 300 Artisti. Abbiamo aperto 6 case della cultura e un ostello della cultura.

Nell’isola d’Ischia abbiamo realizzato eventi in numerosi alberghi di prima categoria, nella Biblioteca comunale Antoniana, nel Museo Etnografico del Mare, nelle Antiche Terme comunali, nel Museo di Villa Arbusto e poi anche in altre località italiane tra le quali Milano in primis, ma anche Monza, Roma, San Possidonio, Vermiglio, Canneto sull’Oglio, ecc.

La rassegna stampa che riguarda i nostri progetti è composta da molte centinaia di articoli e da molte centinaia di ore di trasmissioni televisive.
Abbiamo accordi strutturati di collaborazione con la Biblioteca Comunale Antoniana, con il Museo Etnografico del Mare e con l’Emeroteca della Fondazione Valentino.
Mi fermo solo per non annoiarvi con altri numeri e con altri riferimenti alla nostra attività passata presente e futura.

Quindi, essere qui oggi, ci consente di affermare che il nostro unico e dichiarato scopo “di fare in modo che la Poesia in particolare e l’Arte in generale riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana” ha trovato a Milano, nel contesto dei programmi di EXPO in città e di Bookcity la sua gratificazione e la sua sede privilegiata.

Ringraziando tutti voi per l’attenzione vi auguro un piacevole proseguimento con il nostro evento “Da Ischia L’Arte”, iniziando con l’ascolto dell’inno della terza edizione del premio internazionale di poesia “Otto Milioni”: Coquille musica e canto di Enzo Salvia, testo di Bruno Mancini.
Che entri la musica !

Bruno Mancini

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VESNA PAVAN

al fianco delle donne sfigurate con l’acido e violentate

Decise e indifese, forti e fragili, le donne hanno dovuto lottare per ottenere diritti e giusti riconoscimenti alla pari degli uomini. Diverse sono state le conquiste cui sono giunte nel corso degli anni: dal diritto di voto alla legalizzazione dell’aborto, alla possibilità di far carriera in ambito politico e giuridico.

Con le proprie capacità e risorse la donna ha dimostrato di potersi affermare tanto in politica quanto in ambito imprenditoriale ricoprendo ruoli prima impensabili. Malgrado le donne abbiamo raggiunto queste conquiste acquisendo più forza e voce, resta sempre un’ombra che le imprigiona quella della violenza che le minaccia facendole sentire indifese e sole, spesso costrette a portarsi dietro questa ferita nel silenzio nella speranza che qualcosa posa cambiare.

Alle donne vittime della violenza e della deturpazione da acido in occasione della GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE Vesna Pavan artista e fotografa di origine friulana, dedica una mostra fotografica per sostenere attraverso il linguaggio universale dell’arte quante di esse impegnate nella famiglia e nella società e coinvolte in progetti, sogni e speranze, ancora debbano fare i conti con questa realtà drammatica purtroppo non sconfitta del tutto.

Figlia d’arte, nata a Spilimbergo (PN)nel 1976, Vesna Pavan la cui prima esposizione risale al 1992, nella sua ricerca stilistico espressiva coniuga influenze orientali e un esuberante tocco contemporaneo facendo della fotografia un luogo fisico e metafisico attraverso cui creare stupore e spaesamento.

Con questa personale fotografica FERMO IMMAGINE che si inaugura il 25 novembre 2016 a Milano Lambrate (Via Montenevoso 7) presso la galleria “Spazio M70” VESNA PAVAN artista di gran talento e sensibilità, riconferma il suo impegno sociale a favore delle vittime di deturpazioni da acido.
Vesna Pavan ambasciatrice dell’Arte Italiana in Russia ha voluto dare risalto al volto delle donne poiché nel volto è impressa ogni emozione: il volto femminile per lei è molto importante ed è per questo che ha deciso di raccogliere fondi per ridare una speranza alle donne il cui volto è stato deturpato dall’acido.

L’esposizione che resterà aperta fino al 30 novembre 2016 presenta circa duecento foto selezionate dalla stessa Vesna Pavan tra le immagini più significative viste in TV negli ultimi due anni e mezzo. “Fermo Immagine” invita a riflettere da una parte su come queste immagini video siano proiettate in modo così veloce durante i telegiornali tanto da non riuscire ad averne una visione chiara ed una comprensione completa; dall’altra sul numero spaventoso di donne che hanno subito violenze, percosse e mutilazioni negli ultimi due anni e la necessita di fare qualcosa affinché la situazione possa cambiare.

All’inaugurazione sarà presentato in anteprima assoluta il video raffigurante l’installazione multi-sensoriale, che l’artista aveva allestito all’interno dello stesso spazio espositivo il 14 febbraio 2015, in occasione della presentazione di RED&FUCHSIA progetto umanitario che la stessa Pavan sta portando avanti da oltre un anno in collaborazione con il Rotary Club di Certosa di Pavia, con il nobile scopo di raccogliere fondi da destinare ad ASFI (Acid Survivors Foundation India) e ASTI (Acid Survivors Trust International), associazioni umanitarie che assistono quotidianamente le donne che hanno subito violenza.

Sulla sua arte intensa ed espressiva hanno scritto anche Vittorio Sgarbi, Luca Beatrice e Paolo Levi. Vesna Pavan pesto ritornerà ad Ischia magri con un interessante progetto espositivo presso il Museo Etnografico del Mare.
Silvana Lazzarino

VESNA PAVAN
Fermo Immagine
“Spazio M7”
Via Monte Nevoso 7, 20133 Milano (MM Lambrate)
Dal 25 al 30 novembre
Ingresso libero su appuntamento
Per informazioni Informazioni disponibili sui siti www.vesnapavan.com e www.skinart.info

immagine-mostra-fotografica-vesna-pavan

il-dispari-20161128-tutto-ridim
QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “OTTO MILIONI”

La Giuria “Il Dispari” ha assegnato il primo posto, con punti 1600, alla poesia: Katia Massaro di Angela Maria Tiberi

Cod. 01- Angela Maria Tiberi
Katia Massaro

Meravigliosa donna ischitana,
doni amore alle nuove generazioni che
hanno gli occhi chiusi,
ancora da crescere nella giovinezza grigia e senza calore,
se l’umanità rifiuta l’AMORE verso il mare e la natura
e l’insegnamento degli antichi popoli estinti per l’avidità umana.
Briciole sono rimaste della loro civiltà e cultura,
ma non il loro amore verso MADRE NATURA.
Il mondo hai percorso.
Hai attraversato mari e cielo blu per imparare da popoli lontani
il linguaggio dei famosi tursiopi dell’antico Egitto.
Per verificare l’efficienza della delfino terapia in acque libere,
sei arrivata in Israele fino alla lontana Australia.
Immensa gioia doni ai grandi e ai piccoli quando ti immergi
come una sirena nel mare raggiungendo i profondi abissi.
Sei dentro di noi come l’immagine dell’aurora dopo una note buia
e una ninna nanna ci accarezza l’anima.

Katia Masssaro 777

Bruno oggi parliamo di IL DISPARI

Il Dispari 2016-11-21

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Editoriale

ESTER MARGHERITA BARBATO VINCE LA QUINTA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “OTTO MILIONI” CON LA POESIA “UNA NOTA SOLA”

Podio tutto al femminile con Silvana Lazzarino seconda classificata con la poesia ”Il bacio” e Liga Sarah Lapinska al terzo posto con la poesia “Continuo in te”.

Vincono i premi speciali delle cinque Giurie:

Ester Margherita Barbato (Giuria DILA, con la poesia “Una nota sola”);
Liga Sarah Lapinska (Giuria Mancini, con la poesia “Continuo in te”);
Angela Maria Tiberi (Giuria Il Dispari, con la poesia “Katia Massaro”);
Ester Margherita Barbato (Giuria Panizza, con la poesia “Il peso della razionalità”);
Paola Occhi (Giuria Teleischia, con la poesia “Pensiero alla nonna”).

Dall’EXPO in città e dal Bookcity di Milano arriva il risultato delle votazioni espresse per premiare la poesia vincitrice della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”ideato da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza e i risultati premiano, essenzialmente, la componente femminile dei finalisti in quanto, sia i primi cinque posti della classifica finale e sia i cinque primi premi speciali assegnati dalle Giurie tecniche, sono stati attribuiti a poetesse che hanno distaccato di molte lunghezze i colleghi maschi.

Nel rivolgere vivissimi complimenti alla vincitrice, la nostra redazione di “Il Dispari” ricorda con piacere che Ester Margherita Barbato (con la poesia Galaverna di gennaio) è stata la vincitrice del premio “Adotta una poesia” bandito nel 2012 dalla nostra testata quando uscivamo in edizione settimanale
https://www.emmegiischia.com/wordpress/arte/scrittori/ester-margherita-barbato/

Bruno Mancini

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CLASSIFICA FINALE

quinto posto con punti 5252 la poesia:Katia Massaro” di Angela Maria Tiberi
quarto posto con punti 6803 la poesia: “Il peso della razionalità” di Ester Margherita Barbato
terzo posto con punti 6902 la poesia: “Continuo in te” di Liga Sarah Lapinska
secondo posto con punti 8053 la poesia: “Il bacio” di Silvana Lazzarino
VINCE la quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” con punti 9033
la poesia:Una nota sola” di Ester Margherita Barbato

Web
quinto posto con punti 293 la poesia Gennaio 1976 di Mario Di Nicola
quarto posto con punti 606 la poesia Luna nuova di Luca Cipolla
terzo posto con punti 1608 la poesia Oltre la libertà di Antonella Ronzulli
secondo posto con punti 4254 la poesia Sotto il pergolato di Luciano Manfredi
primo posto con punti 4403 la poesia Il bacio di Silvana Lazzarino

Giuria Il Dispari
terzo posto con punti 450 la poesia: “Davanti al fuoco” di Giuseppe Capoluongo
secondo posto con punti 800 la poesia: “A Mia madre” di Tina Bruno
primo posto con punti 1600 la poesia: “Katia Massaro” di Angela Maria Tiberi

Giuria Mancini
terzo posto con punti 450 la poesia: “Se io fossi la strada” di Liga Sarah Lapinska
secondo posto con punti 800 la poesia: “Una nota sola” di Ester Margherita Barbato
primo posto con punti 1600 la poesia: “Continuo in te” di Liga Sarah Lapinska
 
Giuria DILA
terzo posto con punti 450 la poesia: “Mezzanotte” di Solidea Basso
secondo posto con punti 800 la poesia: “Continuo in te” di Liga Sarah Lapinska
primo posto con punti 1600 la poesia: “Una nota sola” di Ester Margherita Barbato

Giuria Panizza
terzo posto con punti 450 la poesia: “Ricordando l’estate soleggiata” di Anna Gura
secondo posto con punti 800 la poesia: “Isole mai abbandonate” di Liga Sarah Lapinska
primo posto con punti 1600 la poesia: “Il peso della razionalità” di Ester Margherita Barbato

Giuria Teleischia
terzo posto con punti 450 la poesia: “Cuori che si raccontano” di Antonio Fiore
secondo posto con punti 800 la poesia: “Il bacio” di Silvana Lazzarino
primo posto con punti 1600 la poesia: “Pensiero alla nonna” di Paola Occhi

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quinto posto con punti 2850 la poesia: Il bacio di Silvana Lazzarino
quarto posto con punti 3580 la poesia: Katia Massaro di Angela Maria Tiberi
terzo posto con punti 4500 la poesia: Continuo in te di Liga Sarah Lapinska
secondo posto con punti 5200 la poesia: Il peso della razionalità di Ester Margherita Barbato
primo posto con punti 6630 la poesia: Una nota sola di Ester Margherita Barbato

Bruno Mancini – Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

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Ester Margherita Barbato
Una nota sola

Sono una nota persa per la via
da un violino miscredente
che partoriva gemiti
pizzicando lamenti

Mi svendo per una serenata
che questa notte canti appassionata

Sarò nota puttana
regalando carezze mai narrate
al primo falso amore che incontrerò per via
-sia quello che sia-

Sarò dolce e obbediente, remissiva o tagliente
lasciva come mai, dominante e impudente
sarò serva e regina
fata e bambina
Sarò scaltra e cortese
e bacerò ogni bocca che mi sappia vivere
questa notte

Sarò amante sincera

-ve lo giuro-per non restare un’altra notte
sola.

Rassegna stampa
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Classifica finale quinta edizione premio poesia OTTO MILIONI
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Il Dispari 2016-11-14

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EDITORIALE

EXPO in città – Bookcity

L’APPUNTAMENTO

DILA & IL DISPARI VI

ASPETTANO CON

GLI ARTISTI

FOTO ARTISTI

che faranno parte, insieme a me, del nostro evento “Da Ischia L’Arte” in programma nell’aula magna della SIAM di Milano (Via Santa Marta 18) con inizio alle ore 10 del prossimo 20 Novembre.
Evento inserito con il n. 3981 nel palinsesto di EXPO in città e con il n. 863 nel programma di Bookcity.

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IL PROGRAMMA

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA:

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evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare, con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne fin dallo scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte, domenica 20 Novembre, sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Silvana Lazzarino, Patrizia Canola, Alberto Ghirardini, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Emiliano Zennaro, Marilena Nocilla, Massimo Natalucci,  Annamaria Vezio, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare, Mancineide, Il Dispari, Emeroteca, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione in anteprima e gratuita distribuzione di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.

Silvana Lazzarino

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Il Dispari 2016-11-07

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Editoriale

Seguendo la traccia avviata la scorsa settima quando abbiamo pubblicato su questa pagina, in anteprima assoluta, le splendide copertine che Saverio Dionizio, celebre scenografo di Rai Tre, ha voluto graziosamente mettere a disposizione dell’Antologia “Otto milioni 2016” (che presenteremo a Milano il prossimo 20 Novembre nell’ambito dei palinsesti di Bookcity e di EXPO in città), questa settima replichiamo con una nuova primizia consistente nell’introduzione scritta da Roberta Panizza per l’antologia, nella quale, tra l’altro, sono presenti poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

ROBERTA PANIZZA |INTRODUZIONE ALL’ANTOLOGIA “OTTO MILIONI 2016″”

Negli ultimi nove anni sono molte le antologie curate da Bruno Mancini con la direzione artistica di Roberta Panizza, ma questa ha caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre in quanto si tratta di un volume in cui gli “AAVV” non sono più solamente singole voci diverse che trovano spazio tra le pagine di un testo, ma diventano Associazioni varie che collaborano alla diffusione della cultura e dell’arte e che, tramite queste pagine, trovano il modo di rendere partecipe chi lo desidera delle proprie potenzialità.

Si tratta, in particolare, di: “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola .
Particolarità di questa, come di tutte le altre nostre antologie, è l’intenzione di continuare a sperimentare la strada della pubblicità (presente, infatti, anche qui tra le pagine di poesia e prosa) per conseguire le risorse necessarie allo sviluppo di progetti culturali i quali, solo con le intenzioni e l’amore per la cultura, non potrebbero altrimenti essere realizzati.
Se, però, la prima fase della pubblicazione di antologie è stata concretizzata grazie ai contributi di piccole aziende locali e la seconda ha visto impegnati gruppi imprenditoriali di livello regionale, ora siamo forti della collaborazione della Scuola di Canto lirico “Lina Cavaliere”e d’istituzioni museali quali il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia.
Avere tali importanti partner a sostegno delle nostre attività fa bene sperare nella positiva realizzazione dei progetti in corso.
Le pagine di questa pubblicazione sono così suddivise:

  • • poesie finaliste della quinta edizione del Premio internazionale di Poesia “Otto milioni”;
    • poesie premiate a concorsi banditi da associazioni culturali amiche della nostra DILA;
    • testi di autori già selezionati per la pubblicazione in precedenti nostre antologie;
    • testi di Soci della nostra associazione DILA;
    • testi di Bruno Mancini e Roberta Panizza;
    • presentazioni e/o interviste di personalità che collaborano in vario modo alle nostre attività;
    • immagini;
    • sponsor.

Una volta stampato, il volume sarà presentato, oltre che in occasione della cerimonia di premiazione delle poesie vincitrici del premio Otto milioni che si terrà nel Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia, anche in altre sedi quali il Bookcity di Milano, il programma MANCINEIDE (che andrà in onda su Teleischia a partire da Settembre 2016), e nelle pagine culturali del quotidiano Il Dispari.
Il programma degli eventi previsti a complemento di questo libro è ricco e intenso e giova ricordare che esso sarà realizzato, anche in questa occasione, grazie solo ai contributi volontari di amici e simpatizzanti che collaborano alle attività culturali da noi proposte.
A tale proposito basterà precisare che presso il Museo del Mare a Ischia, così come a Vermiglio in Trentino, a San Possidonio in Emilia Romagna, e in numerose altre località italiane e straniere, sono in atto e continueranno ad essere proposti incontri culturali che spaziano in ogni settore del panorama artistico non solo italiano.
Il tutto, nella decisa convinzione che Ischia possa qualificarsi a livello internazionale non solo per il sole e per la bellezza del suo ambiente naturale, ma ANCHE come luogo d’origine di un genere di cultura priva di mediazioni lobbistiche atte a mortificare la qualità e il merito degli Artisti.
Doverosi e sentiti ringraziamenti desideriamo rivolgerli a Saverio Dionizio, illustre scenografo RAI, che ci ha regalate, inedite e autografe, le copertine del volume; ad Antonella Ronzulli per l’attiva collaborazione; a Ludoviza Zoli, vicepresidente della LITHO commerciale, editrice di questa antologia.
Con l’augurio di ritrovarvi, oltre le pagine di questo libro, tra i partecipante alle varie iniziative da noi organizzate vi auguriamo buona lettura.
Roberta Panizza

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MIMÌ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903 -Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, “MIMÌ QUILICI BUZZACCHI TRA SEGNO E COLORE”, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma, aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimì Quilici Buzzacchi.
Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività dagli anni Venti ferraresi agli anni Quaranta quando si trasferisce a Roma, fino alla morte nel 1990.
Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli esordi, mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un’interessante articolo sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti.
Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici, sono Achille Funi e Carlo Socrate.
Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo.
Per l’occasione creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani.
Marine, scorci di edifici e campagne ferraresi, ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo, dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, tenue e caldo.
Attraverso la sua opera di grafica e pittura ha dato vita ad atmosfere di grande spessore emotivo, dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri in cui si è recata successivamente come Bologna, Torino, Milano e Roma.
Intensi i paesaggi con il Tevere e la collina di Monte Mario (Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma), come anche le opere degli anni Venti: Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere a Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).
A chiudere la mostra, la proiezione del video “Immagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” e diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Virgilio Guidi e Filippo De Pisis. Quest’ultimo ha esposto ad Ischia presso il Castello Aragonese.

Silvana Lazzarino

Il Dispari 2016-11-07

Alessio Manega visto da Guido Arbonelli

Un nuovo, e questa volta giovanissimo musicista, si aggiunge al gruppo di Artisti che continuano a proporre la propria collaborazione ai progetti culturali MADE in Ischia, ideati e realizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Si tratta di Alessio Manega classe 1990, compositore e musicista, che il M° Guido Arbonelli (vincitore del premio per la composizione dell’inno “Otto milioni” con la canzone “Girotondo di emozioni” dedicata ad Ischia), ci consiglia di seguire con attenzione, presentandolo a tutti noi con la scheda che segue.
E se Guido Arbonelli afferma che il “ragazzo vale”, noi gli crediamo anche ad occhi chiusi, ma ad orecchie bene aperte!
——————–
Nato a Soave, classe 1990, Alessio Manega si dedica da alcuni anni alla composizione della cosiddetta musica “colta”.
È iscritto al nono anno, presso il conservatorio E. F. Dall’ Abaco di Verona, al corso di composizione tenuto dal Maestro Federico Zandonà.
È arrivato ad intraprendere questo tipo di percorso dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore presso l’Istituto d’Arte N. Nani di Verona, indirizzo architettura e arredo ed aver studiato, presso Lams di Verona, chitarra elettrica con Roberto Vanni e Rodolfo Speri.
Lo studio e la conoscenza della chitarra elettrica gli hanno permesso di apprendere tutti quei generi che fanno ormai parte del repertorio chitarristico contemporaneo come il blues, il funk, l’hard rock, il metal ecc…
Grazie a questo tipo di percorso, Alessio Manega si è affermato in diversi concorsi internazionali di composizione e, nel 2016, è riuscito ad aggiudicarsi il primo premio al Concorso Internazionale “2 Agosto” di Bologna, in cui viene esplicitamente richiesto, da bando, di sollecitare l’incontro tra diverse culture, invitando i concorrenti a far uso, se lo vogliono, anche di stilemi musicali tratti da tradizioni folkloriche, dal jazz, dal blues e/o dal rock.
L’obiettivo compositivo che ora si è prefissato è quello di continuare sulla strada del sincretismo, ovvero nel mescolare sapientemente i vari generi musicali, per creare qualcosa di personale e che lo contraddistingua e, non meno, per avvicinarsi alla sensibilità del pubblico contemporaneo.
Di sogni ovviamente ne ha tanti, ma il principale, per il momento, è quello di potersi affermare come compositore e di essere apprezzato nelle maggiori sale da concerto perché, secondo la sua personale opinione, è compito dell’artista quello di diffondere e far capire alle persone la propria arte e il proprio messaggio.
Un artista che fa di tutto per non farsi capire, viene meno alla sua funzione.
Appena ha saputo che avrei proposto la sua partecipazione ai progetti MADE in Ischia, la sua reazione è stata lapidaria: “Un’isola che da secoli è fonte di ispirazione per moltissimi grandi artisti. Una delle tante meraviglie che l’Italia può vantare.
Guido Arbonelli

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Il Dispari 2016-10-31

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Editoriale vanitoso:

vi propongo alcuni stralci di bozzetti ischitani tratti dal racconto “Così o come” pubblicato in “Per Aurora volume terzo”.

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.
Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.
I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.
Filomena.
In dialetto Failina.
Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.
Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata…
———————
Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scoreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia…
———————–
… Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.
Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco.
L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.
Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina.
Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno…
————————-
… -«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»
«Scene Madama, eccomi, tutto per te.
Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine
Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?
Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»…

Qualche ora dopo

Bongiur, chi lé Renatò pittooor artistà? Pittor? Fet capellì mio petìt?»
Bell Madama, eccomi, tutto per tuà.
Frances, acconcia il ragas, io penso alla Francès
«Al top, al top, ahhh… an top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo cena?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone estranee!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Cherì, non ti preoccup, ora lo risistemiam nel suo allogg natural.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapess com lu er tre malconc!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciam con taglio modern a spazzola, oppure con baset lunghe alla marsiglies?
Franco, Franco… … e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scend, petit cherì madame, non morde, vuole solo digerire il pollo e le patatine fritte che ha mangiat nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scendi, Matam e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la franceson. Così ohhh così con il braccio intorno alla mia spal, scendi piano piano, piano, piano, lentament, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzona, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati… … aspetta, non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paur ora ti prendo in bracc e ti porto al sicur nel retrobotté.

Francooooo… … e tieni a bada il ragazzino!»

Bruno Mancini

Per Aurora volume terzo

ISBN 9781409282013
Pagine166
Prezzo € 11,29 (IVA esclusa)

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per-aurora-volume-terzo-3-cop-iniz

Per Aurora volume terzo e-book
Prezzo € 3,12 (IVA esclusa)

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Salvatore Vitaliano:

L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista

Diplomato in Clarinetto presso il Conservatorio di Vibo Valentia con votazione 110/110 nell’anno 2003/2004 si dedica alla musica orchestrale presso l’orchestra “Fausto Torrefranca di Vibo Valentia”.
Dopo qualche anno si arruola presso l’arma dei Carabinieri, dove inizia un duro percorso professionale non tralasciando mai la passione della musica.
Nel corso del tempo si dedica interamente alla musica moderna e contemporanea, fino ad arrivare alla musica blus e jazz, esibendosi in vari concerti e memorial di artisti di chiara fama purtroppo scomparsi.
Vincitore numerosi premi in concorsi musicali tra i quali basta citare il 1° Premio al 16° Concorso Nazionale giovani musicisti Benedetto Albanese 02/07 Maggio 2011 (Categoria BIG); il 1° Premio al 4° European Competition Città di Palmi 05/10 Aprile 2011(categoria BIG) e il 1° Premio al XI Concorso premio Borse di studio “Pasquale Benintende” Lions club “Fata Morgana” Villa San Giovanni 16 Dicembre 2012(Categoria BIG).
Nel periodo della sua carriera militare Vitaliano Salvatore non lascia mai la musica, continuando la ricerca della riflessione del suono attraverso l’anima.
Ciò al fine di comunicare le sue sensazioni personali, acquisite con il tempo attraverso l’esperienze quotidiane di vita, e trasmetterle in modo comprensibile a tutti.
Così si chiede e ci chiede: “Quale migliore mezzo della musica per migliorare uno stato d’animo?” Amante della natura e compositore di poesie, attualmente collabora con la Namaste Sound e Soul di clarinetti diretta dal M° Guido ARBONELLI, con la Sicily Choir clarinet come primo clarinetto, e con il gruppo musicale “Samarcanda”di Catania con il progetto cinema e musica.

Con una sua dichiarazione rilasciata in occasione della pubblicazione di questo articolo dice che: “A me e a mia moglie piace tanto viaggiare: siamo stati in tutta Europa e in altri continenti a visitare posti e tradizioni locali, nonché, la cosa più importante, assaggiare piatti locali tradizionali dove si può veramente capire di più la storia del posto.
L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista, ma spero che un giorno potremmo visitarla anche perché tanti amici la consigliano come una tappa obbligatoria.
Chiudiamo questa breve presentazione con un suo aforisma: “Non ci sarà niente o nessuno che soddisferà la mia curiosità.”

Il Dispari 2016-10-31 il-dispari-20161031-tutto-ridim

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Il Dispari 2016-10-24

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bookcity-bruno-mancini-i-protagonisti

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Editoriale 

Editoriale breve e conciso come si conviene quando la notizia è più importante del commento.

Se poi la notizia è un’immagine in anteprima assoluta, allora non c’è spazio da rubarle per nessuna ragione che non sia la didascalia che l’accompagnerà.

Oggi, infatti, vi mostriamo per la prima volta, fresche di stampa, le due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che presenteremo il prossimo 20 Novembre a Milano nell’Aula Magna della SIAM quale evento inserito nei palinsesti di EXPO in città e di Bookcity.

Le copertine, disegnate dal famoso scenografo della RAI Saverio Dionizio (al quale rivolgiamo grandi ringraziamenti), daranno indubbiamente lustro al nostro evento che, giova ricordarlo, è l’unico Made in Ischia presente da due anni nei programmi dell’EXPO e del Bookcity.

Bruno Mancini      

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Cod 19: Elisa Ruthenberg

Bruce Lee profeta delle arti marziali
Te ne sei andato Bruce
profeta delle arti marziali
te ne sei andato nei miti
delle tenebre senza confine,
dov’è il Dio del mondo del Kung-fu.

Ove il vento trasporta le tue urla,
le tue gesta immortali e ti sei spento,
e con te si è “stutato”
il tuo modo unico dell’arte del combattimento.

No, Bruce! Tu vivi,
tu sei qui con il tuo essere vivo
e la tua trasparente filosofia.

Combatti, fammi vivere con te
la tua vita di eroe insoddisfatto
e come le platee che per te
sono andate in delirio nel mondo intero
anch’io chinerò il capo ricordandoti.

Ma poi rivedendo i tuoi film
e ascoltando la tua filosofia
di sublime maestro di Kung-fu
ritornerà in me la gioia
di sorridere e vivere.-

… Posa in pace Bruce.

 

Cod 29: Ester Margherita Barbato

Una nota sola
Sono una nota persa per la via
da un violino miscredente
che partoriva gemiti
pizzicando lamenti

Mi svendo per una serenata
che questa notte canti appassionata

Sarò nota puttana
regalando carezze mai narrate
al primo falso amore che incontrerò per via
-sia quello che sia-

Sarò dolce e obbediente, remissiva o tagliente
lasciva come mai, dominante e impudente
sarò serva e regina
fata e bambina

Sarò scaltra e cortese
e bacerò ogni bocca che mi sappia vivere
questa notte

Sarò amante sincera
-ve lo giuro-
per non restare un’altra notte

sola.

 

09: Janis Lapinskis

Le montagne raggiunte
Le montagne che abbiamo raggiunto
poi diventano solo colline.
Forse le montagne vere non esistono,
solo le cime bianche sempre nell’orizzonte.

E, se noi, raggiunta una cima, finalmente,
non potremo più trovare le montagne?
Scala scala, amico mio caro,
anche se le montagne non raggiunte

sono più una pianura concreta e disponibile.

In ogni caso, tu, amico caro
stai viaggiando verso la montagna vera,
poiché, tra le pianure e le colline,
le montagne vere non esistono, generalmente.

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SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

I linguaggi dell’arte contemporanea che spaziano dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale al video, fino alla performance, raccontano con uno stile incisivo e immediato, spesso essenziale, ma sempre originale, aspetti legati al vissuto umano e sociale tra quotidiano ed extraquotidiano, visibile e invisibile.

Rappresentazioni di atmosfere reali, rielaborate nel tempo della memoria spesso nostalgica, o immaginiate dove diventa possibile cogliere quei processi interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive, appartengono allo scenario che di volta in volta restituisce l’arte contemporanea nel suo descrivere e interpretare le armonie e le incertezze dell’esistenza.

A dare voce al rapporto tra arti visive e scrittura nel loro creare rappresentazioni di parole e immagini, ripercorrendo la storia dell’arte dell’ultimo secolo dalle avanguardie storiche all’arte Concettuale del secondo Novecento, è la suggestiva mostra “Segni, alfabeti, scritture. Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro” in corso al Macro di Roma in Via Nizza fino al 2 novembre 2016.

Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Antonia Arconti, il percorso, attraverso diverse opere non figurative di autori importanti del Novecento tra cui esponenti del Cubismo, Futurismo, Dadasimo e ancora della Pop Art e della Poesia Visiva, fino ad arrivare all’Arte Concettuale, indaga le varianti di questo rapporto arte/scrittura.

Quest’ultima può essere considerata sia in senso gestuale o calligrafico, sia in senso concettuale dove lettere e parole si inseriscono entro giochi linguistici e compositivi in divenire. Così lettere e parole possono divenire pure immagini, elementi compositivi indipendenti dal significato; e l’immagine, viceversa, creata dai segni dell’artista può diventare a sua volta scrittura.

Protagonisti di questa collettiva sono artisti di fama internazionale che hanno attraversato il secolo scorso o che si affacciano su questo attuale con diverse opere che sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo.

Accanto a Giuseppe Capogrossi (del quale ricordiamo l’esposizione, nel 1997, presso la Galleria d’Arte Contemporanea del Monte di Forio d’Ischia) con l’opera “Superficie 572” realizzata nel 1955 (proveniente dalla Galleria di Arte Moderna di Via Crispi) che fa da incipit al percorso, ci sono Carla Accardi, Achille Perilli, Bice Lazzari, Antonio Sanfilippo, Gastone Novelli, Pietro Consagra, Gianfranco Baruchello e ancora Nicola De Maria, Domenico Bianchi, Vasco Bandini, Naoya Takahara, Maurizio Arcangeli, Claudio Adami, Luca Maria Patella e H. H. Lim.

A chiudere il percorso è l’opera di Claire Fontaine “Dignitybeforebread” del 2011, l’installazione al neon dedicata alla Primavera araba in Tunisia.

Da citare anche la presenza di artisti quali Alighiero Boetti e Emilio Isgrò, le cui opere provengono da prestiti esterni.

Ad Alighiero Boetti nel 2009 il Madre di Napoli ha dedicato un’interessante retrospettiva “Mettere all’arte il mondo: Alighiero & Boetti” curata da Achille Bonito Oliva.

Ciascun artista partendo dalla fascinazione della scrittura attraverso linguaggi diversi che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al digitale alternano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero luoghi fisici e metafisici

Opere che tra visto e immaginato, realtà e improvvisazione raccontano con nuova energia stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel rapportarsi agli altri e ai luoghi della natura.

Silvana Lazzarino

SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sale Collezione, Via Nizza 138- Roma

Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Chiuso il lunedì

Fino al 2 novembre 2016

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Testo pubblicato sulla quarta di copertina dell’Antologia “Otto milioni 2016”

Questo volume rappresenta un’ulteriore evoluzione nella lunga serie di pubblicazioni realizzate negli ultimi nove anni da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Nate dall’idea innovativa di coniugare arte e business, le antologie che hanno preceduto questa “Otto milioni 2016” hanno avuto almeno due principali comuni caratteristiche.

La prima consistente nell’inserimento di pagine pubblicitarie, e la seconda riconducibile alla varietà dei testi provenienti da Autori Vari.

Mentre, riguardo la prima caratteristica, la grande diffusione (nazionale ed internazionale) dei volumi fin qui pubblicati ha convinto finanche il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia ad inserirvi sue pagine promozionali, la partecipazione di AAVV effettua, in questo libro, un ulteriore balzo in avanti in quanto, non solo risulta composta da Autori Vari, ma ha origine dalla collaborazione di numerose Associazioni culturali certamente tra le più attive del variegato mondo associativo italiano.

“Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola sono una garanzia di qualità artistica e letteraria che potrete apprezzare insieme alle fascinose immagini con le quali il celebre scenografo Saverio Dionizio ha voluto comporre le copertine del volume.

 

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Il Dispari 2016-10-17
Editoriale

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA

E allora si inizia a “lavorare” per realizzare nel miglior modo possibile il BIG evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne nello scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte domenica 20 Novembre sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Anna Di Trani, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Guido Menichelli, Silvana Lazzarino, Alberto Ghirardini, Gaetano Di Meglio, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
AUTORI E PRESENTATORI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Maria Luisa Neri, Gaetano Di Meglio. DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare “DILA”, Teleischia “Mancineide”, Giornale Il Dispari “Redazione culturale”, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione e gratuita distribuzione di centinaia di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, d’imminente pubblicazione, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.
TIPOLOGIA DELL’EVENTO:
Reading, comunicazioni, concerto, illustrazione progetti, arti varie.
LUOGO E DATA:
Aula magna della SIAM – Società Incoraggiamento Arti e Mestieri -Via Santa Marta 18 – 20123 Milano; domenica 20 Novembre 2016 dalle ore 10:00 alle ore 12:30.
INFO E CONTATTI: emmegiischia@gmail.com – Cellulare 3914830355

Ovviamente non poteva restare senza un segno di riconoscenza la grande disponibilità dimostrata da questa testata giornalistica verso i progetti culturali DILA e, pertanto, si è deciso di mettere a disposizione 10 inviti omaggio in favore dei lettori del Dispari che ne facciano richiesta per primi telefonando al 3914830355 (tutti i giorni dalle 14 alle 24 con l’avvertenza che NON rispondiamo a numeri segnalati come anonimi).
Bruno Mancini

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Il Dispari 2016-10-17

L’ORLANDO FURIOSO

festeggia 500 Anni dalla prima edizione con la mostra “I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti”

Opera simbolo del Rinascimento italiano, L’Orlando Furioso, per i suoi contenuti che raccontano di imprese cavalleresche tra amori, amicizia, vendette e incantesimi, e per i luoghi entro cui si svolgono le scene, ha acquistato un valore sempre più figurativo tanto che nel corso dei secoli sono stati diversi gli artisti che ad esso si sono ispirati per le loro opere.
In occasione dei cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’opera di Ludovico Ariosto nel 1516, considerata l’ultimo tra i romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, a Tivoli è stata allestita, fino al 30 ottobre 2016, una mostra nel suggestivo scenario di Villa d’Este.
Disincantato, misterioso e di ispirazione fantastica, L’Orlando Furioso si impose quale poema classico italiano conquistando subito diversi lettori dell’epoca del calibro di Cervantes e Machiavelli, e successivamente di Voltaire nel Settecento, fino ad arrivare a Pirandello e Calvino nel Novecento.
Curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti, la mostra è organizzata dal Polo Museale del Lazio e ripercorre attraverso sette sezioni l’impatto esercitato dal poema fino ad oggi sulle arti figurative.
La mostra, che pende spunto dalla fortuna visiva del poema, presenta disegni, dipinti, sculture, incisioni, ceramiche, e ancora arazzi, medaglie, carte geografiche, documenti e libri illustrati (opere realizzate tra il Cinquecento e il Novecento) a ripercorrere i temi del poema coinvolgendo visivamente ed emotivamente il visitatore.
Dalla prima sezione dove sono le prime tre edizioni storiche dell’“Orlando Furioso” (1516, 1521 e 1532) e alcuni ritratti cinquecenteschi di Ludovico Ariosto, messi in rapporto con rievocazioni storiche di episodi della vita dello stesso autore, si passa alla nascita e sviluppo di una nuova iconografia ariostesca con i dipinti di Dosso Dossi e Simone Peterzano.
È poi la volta di dipinti e cicli decorativi per palazzi cittadini e ville realizzati su committenza tra sul tema del poema.
Da ricordare anche Ruggero e Angelica di Ferdinando Tacca e Orlando Paladino di Tempesta.
All’età romantica è dedicata la sezione “Distrazioni romantiche”dove risaltano le opere di Giuseppe Bisi e di Massimo Taparelli d’Azeglio.
In Francia in quegli anni Jean AugusteDominique Ingres e Eugène Delacroix realizzano due opere in cui è descritto, con diverse sfumature, il momento in cui Angelica viene liberata da Ruggero a consolidare il tema del cavaliere che salva la dama.
Alla regia di Luca Ronconi è dedicata la sezione con le foto bianco e nero scattate da Ugo Mulas durante la rappresentazione a Milano, accompagnate dai disegni preparatori delle scenografie e dei costumi di Pier Luigi Pizzi per la versione televisiva del 1975.
Un viaggio nei sentimenti tra amori, gelosie, sfide, inganni che abitano un mondo fantastico e immaginario, ma che talora affiorano nella società di oggi.
Diversi sono i riferimenti ad ISCHIA presenti nell’opera di Ariosto: come quello presente nel Canto XVI, stanza 23 dove viene accennato ad un evento mitologico riferito al gigante Tifeo fulminato da Giove e schiacciato sotto il monte Epomeo, utilizzato da Ariosto per descrivere la furia di Rodomonte.
E ancora quello del canto XXXIII stanze 24/30 dove nel tratteggiare le guerra dei francesi in Italia si racconta dell’impresa di Carlo VIII che dalla Francia giunge fino al regno di Napoli senza toccare Ischia.

Silvana Lazzarino

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Il Dispari 2016-10-17

Redazione |NELLE FERITE DEL TEMPO

Antologia ideata e curata da Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

Gioia Lomasti, da sempre vicina ai progetti culturali made in Ischia ed opinionista di questa testata, ha messo a segno un ulteriore e pregevole progetto non solo poetico letterario ed artistico ma anche rivolto al sociale ed alla solidarietà.
Da qualche giorno, infatti, è disponibile nelle librerie e nei canali di distribuzione web “Nelle ferite del tempo. Poesia e racconti per l’Italia”.
Si tratta di un’antologia di poesia e racconti curata dai poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio, ivi presenti con due liriche.
L’opera si apre con una prefazione a cura del poeta Luciano Somma ed è impreziosita da un’opera xilografica del maestro Stephen Alcorn.
Il ricavato vendite andrà in primis per i terremotati del centro Italia.
Secondo le condivisibili intenzioni di Gioia Lomasti ed Emanuele Marcuccio, l’acquisto di questo testo, la cui lettura è gradevole anche per i giovani, potrà permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi alla solidarietà in modo attivo e diretto.
Complimenti ed auguri dalla Redazione di questa testata e dall’Associazione DILA.

SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Nelle ferite del tempo
SOTTOTITOLO: Poesia e racconti per l’Italia
A cura di: Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Luciano Somma
Editing Cover Images: Marcello Lombardo e Gioia Lomasti
EDITORE: Photocity Edizioni
Link di acquisto: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=22932&formato=11894
GENERE: Poesia/Narrativa/Antologie
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6682-798-6
COSTO: € 10
FAN PAGE: https://www.facebook.com/nelleferitedeltempo/

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DILA Il Dispari EXPO

Il Dispari 2016-10-14

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Il Dispari 2016-10-10

Il Dispari 2016-10-10

Editoriale

Roberto Prandin sta scrivendo una sinfonia per Ischia & DILA!

Roberto Prandin, cooptato da Guido Arbonelli per aggiungersi alla folta schiera di valenti artisti che compongono il gruppo d’assalto con il quale la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” intende portare il MADE in Ischia, Arte in generale e Poesia in particolare, sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana, si è presentato scrivendo una lunga lettera della quale riportiamo qui di seguito le parti salienti.

La sua valentia è riconosciuta a livello più che nazionale, e noi siamo orgogliosi di poterlo già considerare un membro collaboratore della nostra Tribù, ma ciò che maggiormente ci entusiasma è la prospettiva che ISCHIA potrebbe avere, dopo tante canzoni e canzonette, finalmente, la sua SINFONIA!
Ecco cosa ci ha scritto Roberto Prandin intitolando la lettera
SYMPHONY FOR ISCHIA
Avete presente un globetrotter? Ecco, quello sono io.
Da 40 anni a questa parte o forse da sempre.
Una vita a correre di qua e la con la musica nel cuore, una specie di febbre che ti spinge a creare a cercare cose nuove, e nel contempo soluzioni lavorative che permettano di arrivare a fine mese con dignità ma anche con due soldi in tasca, il che non guasta mai. Anzi.
E così, nato da famiglia decisamente povera, emigrata in Svizzera nel 45, alcuni mesi dopo la fine della seconda Guerra mondiale, quelli della valigia di cartone tanto per intenderci, perfettamente rievocati da Nino Manfredi in Pane e cioccolata, nel film di Franco Brusati, mi sono sin da bambino dato una mossa per non essere completamente sulle spalle dei miei che lavoravano per farsi una casa in Italia.
Ciò che fecero per poi svenderla all’atto in cui si separarono.
Un destino comune a molti figli di gente che a qui tempi cercarono fortuna lontano dal suolo italico.
Chi andava in Belgio, chi Francia, chi in Svizzera, oppure in America o in Australia.
Vita dura condizionata nel negativo da un’ignoranza abissale, intesa nel senso del “non sapere”, ma molto spesso rivalutata con la voglia di fare e di crescere anche se alle spalle ben pochi avevano degli anni di studio.
Mi padre, Attilio -Venesian de la Serenissima-, pressoché analfabeta, faceva il muratore e lo scalpellino e quando scriveva qualche cosa sbagliava tutte le doppie e non riusciva a cogliere la differenza tra il li e gli.
Non parliamo poi dei congiuntivi.
E forse li sbaglio anch’io.
D’altronde buon sangue non mente.
Scherzi a parte, cosi, ho fatto un po’ di tutto: il lavandaio, il garcon del fiorista, l’aiuto commesso, il boccia del muratore, anzi del manovale, questo verso i 15 anni.
Lavori, ovviamente effettuati nel tempo libero e quando la scuola me l’avesse permesso, che mi stavano distruggendo le mani. Ci si chiederà, quale fosse il motivo e se mio padre e mia madre non avessero a sufficienza denaro per garantirmi un livello di vita più o meno normale.
Avevo un progetto.
Amavo la musica alla follia.
Onestamente più delle ragazze anche se non mi sono certo mai tirato indietro.
Ma come non di rado avveniva, ai quei tempi ci si sentiva rispondere: se studi musica poi finisci sotto un ponte.
Ovviamente in veneto stretto.
E quindi: niet.
Non lo dico a caso…. Ma io no, insistevo: testa dura.
Pertanto, a 10 anni mi ero messo in mente di suonare la chitarra classica.
Con la complicità di mia madre che non ne comprendeva totalmente il senso, ma che mi amava alla follia, riuscimmo a trovarne una, forse di quarta mano.
Le madri sono sempre più dolci e accondiscendenti rispetto ai padri.
Ricordo che nella cassa aveva un crepa.
Pazienza.
In fondo le note uscivano ugualmente.
La rivendetti qualche anno dopo per comperare un primo flauto, scalcagnato pure quello.
I compositori.
Ne rimasi affascinato sin dal mio primo ascolto discografico: Le Stagioni di Vivaldi e subito dopo la Sinfonia del Nuovo mondo di Dvorak.
Con Beethoven ebbi qualche problema, dovetti attendere fino ai 18.
Stravinsky a 19.
Con Puccini fu amore a prima vista, visceralmente vissuto sin dalle prime note di Tosca che vidi al Donizetti di Bergamo verso i 16 e portato lì dalle mie zie e da mia nonna Ines, patite del Belcanto. Anzi ammalate di Del Monaco e della Tebaldi. Artisti immensi.
Nel 1963 dal teutonico lago di Costanza ci trasferimmo a Lugano.
Per mio padre rappresentava un passo verso il ritorno in Italia.
Ma non fu esattamente cosi poiché, ci rimanemmo per più di 40 anni.
Nel frattempo i miei genitori lasciarono questo mondo. Forse li ritroverò più oltre. Ci terrei.
Oggi vivo a Perugia ma a Lugano di tanto in tanto ci ritorno, principalmente per salutare i numerosi amici che continuo ad avere alla pari di tanti altri conosciuti qua per le strade del mondo.
Torno per un attimo alla mia adolescenza.
Dai 15 ai venticinque studiai flauto e composizione.
Molto seriamente.
Specie composizione che per me rappresenta la massima soddisfazione fisico-sonora in assoluto. Quando avevo 12 anni mi emozionavo fortemente nel sentire un accordo eseguito sul pianoforte. Una specie attrazione fatale.
Mi diplomai a 23 in flauto ma non in composizione: suonavo male il pianoforte poiché non trovavo il tempo per studiarlo come si sarebbe dovuto, anche perché, tra il 1979 ed il 91, avevo trovato da vivere facendo il cronista per il Giornale del Popolo di Lugano.
Mi impegnava 12 ore al giorno: non era mai finita. Ma è il destino del giornalista.
O cosi, oppure il mestiere non ti entra.
Per conseguire il diploma di composizione ci vuole l’ottavo di pianoforte. Impossibile.
Ciò mi ha creato un senso di colpa che porterò con me sino al giorno del giudizi, se ci sarà.
Però studiai anche Marketing Management & Communication a Milano, conseguendo un Master. Ciò mi ha aperto la strada all’insegnamento universitario.
Nel frattempo avevo vinto alcuni concorsi: presso la Malta University of Malta dove insegnai per 5 anni Cultural Management, poi All’Uni per Stranieri di Perugia, nei Master della Regione Toscana, al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Questo tra il 1997 e il 2009.
Nel frattempo il Governo Berlusconi fece la riforma universitaria. Rimasi a piedi.
Non gli porto rancore: è una questione di fair play e un po’ di credenza nel destino.
Io che ero a contratto, sempre reiterato senza problemi mi trovai immerso in un dramma.
Ritornai in Svizzera e feci il prof invitato all’Università professionale.
Due anni fa mi prepensionai e mi ritirai a Perugia, dove scrivo a getto continuo.
Ovviamente musica.
Torno per un attimo alla mia adolescenza. Intrapresi lo studio della composizione a 15 anni. E prosegui fino ai 25: armonia e contrappunto, Palestrina, Monteverdi, Orlando di Lasso, Gesualdo da Venosa, Mozart, Beethoven, e via di seguito, alla stregua di un certosino, impegnandomi fino 10 ore al giorno.
Ritengo che l’armonia per un compositore sia l’essenziale, anche se si è scelto la contemporanea. Per ciò che mi riguarda, ho definito uno stile che attinge in parte al newjazz trasformandone le movenze e le sequenze sonore attraverso un ibrido che transita dal Bel canto all’esperienza contemporanea.
Ma di quest’ultima non sono un patito anche se riconosco nei vari Berio, Stockhausen, Fukushima e altri ancora, una vera e propria genialità.
Io mi esprimo in modo diverso.
Negli ultimi 7 anni ho scritto un centinaio di pezzi. Recentemente ho terminato due dei 4 Concertus Peruginensis per Archi, l’Opera 31 e pochi giorni fa il Duetto d’amore per due clarinetti Op. 33 Nr1 per i miei amici Guido Arbonelli e Natalia Benedetti.
E Ischia cosa centra con tutto ciò? Domanda più che pertinente.
Quando, circa in mese fa, il mio amico Guido mi ha illustrato il progetto che sta attuando con l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA presieduta da Bruno Mancini, oltre a rimanerne affascinato ed entusiasta, ho ricordato che a 20 anni feci, in compagnia di un amico di Imola, pure lui figlio di emigranti, un viaggio nel Meridione.
Ci fermammo alcuni giorni a Napoli.
Ricordo perfettamente il Golfo, qualche cosa che a definire meravigliosa è ancora riduttivo.
Penso, una delle meraviglie del mondo: da mozzare il fiato.
Ci spiegarono la conformazione geografica e culturale di tutto quanto “vive” nel golfo.
Ebbene tra me e me, ricordo, come se fosse oggi, mi dissi, additando quell’isola: mi piacerebbe andare, ad Ischia.
A Napoli ci tornai di sfuggita 20 anni or sono: ero di passaggio.
Ischia non ebbi l’occasione di visitarla. Ma ho intenzione di recuperare. Spero presto, anche per il fatto che gli anni trascorrono inesorabilmente.
Questa nuova sfida artistica e culturale rappresentata dal new Made in Ischia di Mancini e del suo gruppo internazionale, unita all’azzurro del cielo ischitano che si specchia nel mare argenteo, mi danno la speranza ed il desiderio di scrivere un pezzo: For Ischia.
Sì, un pezzo proprio per Ischia e per DILA.
Forse per piccola orchestra. Ci sto pensando. Non so cosa ne potrebbe uscire, poiché quando mi metto a scrivere, fino a un secondo prima di mettere giù la prima nota, non so le dita cosa improvviseranno.
La composizione è un mistero.
Ecco in due righe e in estrema sintesi uno spaccato della mia vita.
Come si può vedere, è stato un vagabondare a destra e a manca, sicuramente con un senso, ma anche con il sentimento di chi cerca e a volte trova, a volte no, e allora cambia strada e guarda altrove, da un’altra parte.
Sono rimasto fedele al mondo popolare. In fondo sono impregnato dello spirito che contraddistingue la gente comune.
Non giro con la valigia di cartone, ma dentro di me è come se l’avessi.
Ciao Ischia, verrò. Presto.”
Roberto Prandin

P.S. L’ultima informazione ricevuta ieri dice che la Sinfonia è già pronta all’80% e sarà completata entro un paio di mesi!

Il Dispari 2016-10-10

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DILA Il Dispari EXPO

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

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Il Dispari 2015-07-27 Sam – Zanarella

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IL DISPARI 2016

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Il Dispari 2016-07-25

Il Dispari 2016-08-01

Il Dispari 2016-08-08

Il Dispari 2016-08-15

Il Dispari 2016-08-22

DILA

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Il Dispari 2016-08-29

Il Dispari 2016-08-29

Il Dispari 2016-08-29

 Editoriale

 Per un aggiornamento sull’andamento della quinta edizione del premio internazionale di poesia, vi segnalo la classifica finale dei punti web assegnati (in totale sono stati 11753) alle prime 10 poesie classificate: Silvana Lazzarino – Il bacio (4403), Luciano Manfredi – Sotto il pergolato (4254), Antonella Ronzulli – Oltre la libertà (1608), Luca Cipolla – Luna nuova (606), Mario Di Nicola – Gennaio 1976 (293), Annamaria Vezio – Mondi di fuori (267), Giuseppe Capoluongo – Davanti al fuoco (123), Angela Maria Tiberi – Katia Massaro     (72), Antonio Fiore – Cuori che si raccontano (51), Ester Margherita Barbato – Fatica (24).

A completamento d’informazione è opportuno precisare  che queste dieci poesie fanno parte del gruppo delle 30 finaliste ancora TUTTE in gara per il risultato finale che verrà reso noto alla fine di Novembre, DOPO che saranno stati comunicati i risultati delle votazioni tramite 1) coupon annessi al quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio 2) coupon annessi alle antologie “Otto milioni -2016” d’imminente pubblicazione 3) voti espressi dalle 5 differenti Giurie nominate rispettivamente da DILA, da Bruno Mancini, da Roberta Panizza, dal quotidiano Il Dispari e dall’emittente televisiva Teleischia.

Entro la fine del mese di Settembre, tutte le poesie finaliste saranno state pubblicate in esclusiva su questo quotidiano Il Dispari.

Seguendo un altro evento, ma dello stesso argomento e di uguale impegno in favore dell’Arte in generale e della Poesia in particolare, ci spostiamo in Trentino e per la precisione Caldes dove Roberta Panizza, Vicepresidente e Direttrice Artistica della nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, ha duettato con Paolo Balestri dando vita ad un “Incontro di poesia” imperniato sulle figure di due Mostri Sacri del ‘900 italiano.

Panizza – Montale & Balestri – Quasimodo, dinanzi ad una sala stracolma (molte persone sono restate fuori per esaurimento dei posti disponibili), hanno magnetizzato il pubblico di amanti della Poesia.

L’accompagnamento musicale di Nicola Ravelli e Marcello Sani ha contribuito a far sì che l’evento, realizzato dalla FAI (Fondo Ambiente Italiano) delegazione di Trento – Gruppo FAI Val di Sole, possa essere considerato un’iniziativa da “esportare” in località diverse e da ripetere, seppure presentando Artisti differenti.

Bruno Mancini

Roberta Panizza Caldes foto 3

Roberta Panizza Caldes foto 4

Roberta Panizza Caldes foto 10

Roberta Panizza Caldes foto 1

Il Dispari 20160829 1 comp

Silvana Lazzarino intervista ELISA BARONE

Com’è nato il bisogno di accostarsi alla poesia e quando ha iniziato a scrivere poesie?
Da piccola la mia caratteristica era di parlare in versi a rime baciate e questo fin dalla terza- quarta elementare. Ero portata per la scrittura e a conferma di questo è il tema scritto in terza elementare “Cantava quell’uccellino nella gabbia, ma non di gioia” che piacque molto alla maestra tantoché lo lesse a tutte le classi. Ricordo che il tema finiva con i due bambini che liberano l’uccellino. Anche qualche anno dopo alle medie la mia professoressa di lettere mi suggerì di continuare a scrivere.

Quali sono i suoi motivi di ispirazione per la scrittura poetica?
Ogni aspetto della vita è fonte di ispirazione: una parola, un fatto accaduto, un incontro con una persona, un ricordo. Appena ho l’ispirazione devo subito scrivere tantoché spesso mi sono ritrovata a prendere appunti su scontrini, pacchetti di sigarette di mio marito. L’ultima poesia scritta in maniera precaria l’ho composta in un bar ristorante dove ero a pranzo con mio marito. “Di spalle” l’ho scritta su un tovagliolo di carta conquistata da un breve racconto di un mio collega, padre separato con cui avevo poco prima parlato al telefono.

Cinque romanzi e tutti di successo. Ve ne è uno in particolare “Il cuore al di là del male” che tratta della vicenda di Fioravanti e della sua donna Francesca Mambro implicati nella strage di Bologna. Cosa l’ha spinta a raccontare “tra le righe” questa realtà dove dominano terrorismo e malavita?
Di Fioravanti mi ricordo quando da ragazzino recitava con disinvoltura, e poi quando appresi che quel piccolo attore era diventato un terrorista ne restai colpita. Molto più tardi, nel 2009, mentre mi trovavo a Cesenatico sul giornale avevo letto che quel terrorista, condannato anche per  la strage di Bologna era un uomo libero e mi venne in mente di fargli un’intervista immaginaria e romanzata.

Si tratta di una sorta di intervista romanzata. Chi sono gli interlocutori?
Siamo io in qualità di intervistatrice e lui Sandro Berton.  è stato  inevitabile mettere in scena  la compagna Stella Vitale che qui è però figlia di un carabiniere e non di un poliziotto come nella realtà era Francesca Mambro. Nel libro parlando al terrorista faccio riferimento al suo passato di attore e qui ritorna l’intersecarsi tra realtà e fantasia.

Il diritto e le sue leggi, il cuore e le sue emozioni. Due modi di essere di Elisa Barone apparentemente contrastanti. Cosa pensa a riguardo?
Non penso nulla in particolare, ma sicuramente la persona prevale sulla professionista. Questo aspetto creativo mi aiuta molto anche a capire meglio gli altri e riesco meglio a farmi carico delle problematiche di chi soffre o vive momenti difficili.

Quando è stata ad Ischia per la prima volta? Ha mai pensato di scrivere una poesia per Ischia?
Ischia la conosco da tempo, vi sono stata diverse volte in vacanza, e poi vi sono tornata due anni fa quando ho conosciuto Bruno Mancini poeta e scrittore affermato e presidente dell’Associazione DILA- “Da Ischia L’Arte”.
Non ho ancora scritto una poesia su Ischia, però penso di farlo presto.

Silvana Lazzarino.

Il Dispari 20160829 tutto ridim

Skin di Vesna Pavan, il colore diventa Materia ed Emozione

Vesna Pavan, figlia d’arte di origine friulana, è un’artista originale, poliedrica e socialmente impegnata.
Le sue creazioni prendono ispirazione dal mondo che la circonda, ma anche dal suo panorama interiore.
È innamorata dell’arte in tutte le sue forme.
La sua produzione artistica trae ispirazione dalla storia, dalla moda, dal design, dalla fotografia e dalla pubblicità.
In ventiquattro anni di carriera ha saputo rinnovarsi continuamente, sperimentando nuove tecniche e nuovi linguaggi espressivi.
L’artista ha condotto una continua ricerca sulla figura femminile, che viene rappresentata in tutta la sua bellezza e vitalità nei cicli FUSION e FUSION VOGUE.
L’evoluzione artistica di Vesna raggiunge il suo culmine nel 2013 con il ciclo SKIN, che rappresenta un salto evolutivo nel mondo dell’arte dagli anni ’50.
I lavori SKIN sono la messa in scena della figura femminile come materia, che può essere vissuta e toccata. È colore colato, libero da qualsiasi supporto, elaborato e cristallizzato in un attimo preciso del suo tempo di essiccazione. Questo ciclo è protagonista dell’innovazione artistica di questo secolo.
La sperimentazione tecnico-pittorica inventata dall’artista in SKIN viene messa, dai critici Italiani, alla stregua delle avanguardie degli anni Cinquanta: dalle tele cauterizzate di Alberto Burri al dripping di Pollock, fino all’Espressionismo Astratto degli squarci cromatici di Clyfford Still, a cui si aggiunge quel côtè più pop, esclusivamente americano, di Claes Oldenburg o Robert Rauschenberg.
Le opere realizzate con gli smalti plastici prendono forma e trasmettono un senso di equilibrio attraverso l’alternanza di pieni e vuoti.
La tecnica SKIN per la sua innovazione è stata scelta da Pavan per dar luce a 125 opere realizzate appositamente per il progetto umanitario internazionale RED&FUCHSIA.
Iniziativa che Vesna sta portando avanti da più di un anno, in collaborazione con il Rotary Club di Certosa di Pavia, con lo scopo di raccogliere fondi per pagare gli interventi alle donne che hanno subito deturpazioni da acido.
Le opere saranno inviate alle sedi Rotary di 24 paesi, per essere vendute all’asta. I proventi verranno interamente devoluti ad ASFI (Acid Survivors Fondation India) e ASTI (Acid Survors Trust International), associazioni che operano quotidianamente sul campo, dando alle vittime supporto, assistenza e cure mediche.
Hanno scritto di lei Luca Beatrice, Paolo Levi e Vittorio Sgarbi.
Il 7 ottobre, allo Sporting Club Milano 2, Vesna Pavan sarà presente con undici opere del ciclo SKIN alla manifestazione ARTKULTURA-MILANO 2016.
Adriana Fenzi

Il Dispari 2016-08-29

Bruno oggi parliamo di IL DISPARI

Il Dispari 2016-08-22

Il Dispari 2016-08-22

Editoriale

L’incertezza della certezza non smette mai di stupire!

In questi giorni sto rileggendo alcuni libri di uno scrittore che ho ammirato praticamente da sempre.
Nel testo di un vecchio volume, edito nel 1962 ed ormai senza copertine e con le pagine quasi distaccate dalla rilegatura, mi ha fatto piacere considerare che alcune mie sottolineature, antiche di oltre 50 anni, continuino ad avere per me lo stesso rilievo positivo di allora.

Ad un tratto ho smesso di leggere e sono restato per molti minuti fermo a valutare prima, ed accarezzare poi, un pensiero tra il nostalgico e l’incredibile.

Ero da solo nel tramonto in riva al mare (il mare è uno dei personaggi importanti del libro), quando mi sono reso conto, infatti, di aver vissuta quasi tutta la vita nella logica etica e pragmatica, sentimentale e sociale, derivante ed appartenente ad una frase sottolineata con un sottile tratto di matita.

E ciò che ancora ora mi seduce in questa scoperta non è tanto la certezza di avere agito e pensato nel modus vivendi, desiderato seppure a volte maledetto, stigmatizzato nella frase dello scrittore, ma la rivelazione di non essermene reso assolutamente conto pur nella lunga inseparabilità che ci ha uniti.
Senza lotta non si può stare soli; ma star soli vuol dire non voler più lottare.”

L’incertezza della certezza non smette mai di stupire!
Bruno Mancini

P.S. Sempre lui, ma da un altro volume:
Ma ormai io non potevo più perdonarle di essere una donna, una che trasforma il sapore remoto del vento in sapore di carne.
Più lo rileggo e più sono convinto di aver fatto bene ad ammirarlo per oltre mezzo secolo.

Il Dispari 20160822 1 comp

THE QUESTION OF BEINGS – YAHON CHANG

Un’occasione importante con cui restituire nuova visibilità all’arte contemporanea valorizzando i suoi ambiti internazionali espressi attraverso stili e meccanismi espressivi diversi, è proposta dall’esposizione in corso a MACRO Testaccio di Roma dove alcune installazioni internazionali, provenienti dalla 56 Esposizione Internazionale d’Arte – Biennale di Venezia, sono state ricomposte e rimodellate site-specific.

La mostra THE QUESTION OF BEINGS – YAHON CHANG @ ROMA che rientra nell’ambito di “From La Biennale di Venezia to MACRO. International Perspectives”, nuovo progetto espositivo, ideato da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini, intende far convergere “prospettive” d’arte di due città che lavorano per far viaggiare le esperienze dell’arte internazionale sul territorio nazionale.
Venezia e Roma sono legate da un’importante tradizione storico-artistica cui hanno dato nuovo impulso arricchendo e valorizzando gli orizzonti dell’arte contemporanea per creare maggiori iniziative in ambito internazionale.

The Question of Beings – YahonChang @ Roma entra negli spazi del Macro La Pelanda dopo essere stata alla 56. Esposizione Internazionale d’Arte – la Biennale di Venezia.
Se a Venezia l’installazione creata dall’acclamato artista taiwanese Yahon Chang con dipinti a inchiostro e carta, intendeva esplorare la natura inconscia e conscia dell’individuo con particolare attenzione alla sofferenza e alla difficoltà dell’uomo nel rapportarsi con il mondo esterno, per gli spazi del MACRO La

Pelanda l’opera, entro un nuovo contesto, subisce variazioni per affrontare un discorso che guarda al dialogo tra l’uomo e l’ambiente a lui circostante, compresa la natura. L’installazione, costituita da opere ad inchiostro su drappi di tela ciascuno lungo dai 10 ai 20 metri che scendono dal soffitto, invita il pubblico a perdersi nei meandri di un labirinto di opere raffiguranti vari volti di esseri umani.
I lunghi drappi con rimandi al tradizionale dipinto paesaggistico cinese revocano, per analogia, la cascata.

Sulle tele sono ritratti diversi visi di esseri senzienti, ma anche astratti ed espressivi a suggerire la metafora della vita dove si è a contatto con il sacro, il mondano e l’animalità.
Appartengono all’installazione anche le sculture in ferro che, decorate dalle pennellate dell’artista, suggeriscono come questa vita sia precaria e incerta.
La semplicità dei materiali ferrosi, il loro essere attaccati dagli agenti esterni, rappresenta la natura effimera dell’esistenza.

Sebbene il ferro sia un materiale industriale durevole, la sua superficie se non trattata tende ad ossidarsi e deteriorarsi, ma sulla scultura di ferro restano tracce delle pennellate che accentuano i tratti figurativi dei visi incisi sulla superficie.
Entro questo spazio, arricchito di nuovi significati e rinnovato, le opere di YahonChang danno vita ad una visione di un’esistenza instabile dove rintracciare segni di speranza a partire da una sentita riflessione interiore volgendo lo sguardo a quanto la natura regala ogni giorno.

Come la maggior parte dei cinesi, Yahon Chang è rimasto incantato dal nostro Paese.
In particolare Ischia e la Campania sono le mete preferite dai cinesi per i loro viaggi in Italia, posti splendidi sotto i profilo artistico e paesaggistico.

Silvana Lazzarino

THE QUESTION OF BEINGS – YAHON CHANG @ ROMA
MACRO Testaccio, La Pelanda – Centro di produzione culturale
Piazza Orazio Giustiniani, 4, 00153- Roma
Orario: da martedì a giovedì ore 15.00 – 20.00
venerdì ore 15.00 – 23.00, sabato ore 11.00 – 23.00, domenica ore 11.00 – 20.00
lunedì chiuso.
fino al 28 agosto 2016
ingresso gratuito

YAHON CHANG @ ROMA

YAHON CHANG @ ROMA

Oltre Itaca, radendo il cielo

Una copertina semplice ma elegante, con una foto di Antonella Colucci (in arte Antonella Kool) dove si rappresenta l’amplesso tra cielo e mare su una linea obliqua dell’orizzonte che dà l’idea dell’«Oltre», racchiude l’opera “Oltre Itaca, radendo il cielo”, espressione poetica del gruppo EpicaEtica.

In un deserto acidificante, in una crisi non solo economica ma anche morale, 25 autori di varia levatura e fama che ivi riportiamo Federica Bonzi, Italo Zingoni, Francesca Giustini, Matteo Crosera, Rossella D’Alba, Rosa d’Onofrio, Antonella Ronzulli, Mario Di Nicola, Annamaria Pecoraro, Rosaria Chiariello, Adriana Bertani, Rosanna Spezzati, Lucia D’alessandro, Laura Klemm, Anna Manzi, Lucrezia Abbrescia, Cristiano Maiorino, Redent Enzo Lomanno, Fernanda Besagno, Antonia Izzi, Loretta Citarei, Anna Bonarrigo, Moreno Botti, Kostas Mich Stamatis, han cantato le ansie, le speranze, le illusioni, le delusioni e i sogni che costellano l’incedere umano, fornendoci un affresco attuale e poliedrico sulle vie e le esigenze dell’uomo con un linguaggio espressivo non reificante che è solo dell’Arte e della Poesia.

Le varie sfaccettature dello Spirito s’aprono ad un confronto serio e dialettico nel panorama dell’oggi come momento sì di Crisis ma nel contempo di Kairos: è questo alito pulsante in ciascuna opera che ci fornisce una chiave di lettura delle “exis” della contemporaneità: essere se stessi, a sé presenti, tesi verso la ricerca mai di facili compromessi, di aleatorie soluzioni bensì di fattive alternative, non da ultimo, la libertà dell’animo come conditio sine qua non per agire nel mondo, dopo aver scandagliato gli abissi umani.

Un sentiero luminoso emerge come filo conduttore che lega tale diverse voci per formazione ed esperienza ma profondamente umane.
Itaca è il topos mentale per antonomasia del ritorno non tanto di Odisseo alla sua petrosa isola ma del ritrovar-si, di trovare sé e le proprie radici culturali, esigenza più che agita in un mondo, l’odierno, dove il valore è in crisi e non tanto i valori, così avvertiamo l’abissale smarrimento in codesto atlante delle ragioni e regioni antropiche.

Gli autori dipingono quanto detto in espressioni coinvolgenti, struggenti e si spingono verso mete di azzurrità mai appagata, oltre: urgenza dello pneuma che vivifica e dilata l’esprit, esigenze ineludibili.
Chi scrive ringrazia la casa editrice novese, Litho Commerciale, che ha creduto in tale progetto, iniziando così la collana “Eos”, la dea dell’Aurora, che, scendendo dal cielo, si strugge per amore e irrora di Rugiada il mondo, fecondandolo mentre fa nascere il nuovo giorno, un dì luminoso di idee.
Enrico Marco Cipollini e Antonella Ronzulli

N.d.R. Enrico Marco Cipollini è docente di filosofia saggista e critico letterario; Antonella Ronzulli, Socia Sostenitrice dell’Associazione culturale DILA “Da Ischia L’Arte”è attualmente Direttore Editoriale della Casa Editrice Litho Commerciale che edita le antologie della nostra Associazione DILA.

Il Dispari 20160822 tutto ridim

Cod 15: Pasquale Di Costanzo
Notte a Ischia

Scintille, bagliori
il mare sembra incendiarsi.
Si contempla con lo stesso fervore
che i nostri occhi donano
un attento sguardo
a monili preziosi.
Si passa del tempo a rimirar
quella scia di luci magiche
e talvolta,
abbandonandosi
chiudendo gli occhi
sembra di essere su mille scalini,
che dall’azzurro mare
si affondano come dardi infuocati
nel magico infinito della notte.

è la signora luna…
che s’imbelletta nello specchio
angolo remoto e incantevole
mare d’Ischia.

Cod 25: Luciano Manfredi.
Sotto il pergolato

Il muricciolo è ricoperto
d’ombelico di venere,
insozzato di spruzzi
dell’ultima torchiatura,
l’erba profuma ancora
della vinaccia che tu hai ammucchiato
e dalla canna di ferro,
nel fango, scorre piano
sulle impronte che hai lasciato;
lì, c’è un ombelico volto all’insù,
colmo d’acqua,
che fa da specchio al cielo
ricamato di nuvole chiare
e si regge a stento nel bordo
lasciato dalla tua suola.
Le perle
intarsiate di rugiada ancora acerbe
sul finire dell’estate fra le
tue palme intingeranno
di rosso la tua pelle
e dopo il fermentar
il succo delizierà il palato
dei cantori anziani,
accompagnati dalla
musica delle cicale.
I boccioli cominciano a ricamare le vigne,
e tu, Madre seduta sotto il pergolato,
con le tue guance bruciate dal sole:
Sei primavera che cela il cielo
in attesa che le foglie lo ricoprano.

Cod 05: Antonio Fiore
Cuori che si raccontano

Oh leggiadra stella
di terra calpesta
se potessi
nel tuo cuore
dipingerei il mio cielo.
Coi miei occhi darei voce
ai reconditi tuoi pensieri
e silenzioso come la fievole pioggia
che non fa rumore mi poserei
dove il sole non brucia la tua pelle.
Con la luce del mio cuore
svestirei l’azzurro dei tuoi occhi
per dipingere in te i miei sogni,
ed insieme, in groppa alle ali del tempo
voleremo oltre l’immensità del nostro cielo.
E là, dove i sogni non hanno confini
e gli amori striati come i colori d’arcobaleno
si uniscono per sorreggere le nuvole,
noi due, sulle ali del cuore, e cullati dal vento
andremo dove c’è sempre il sole.

Bruno oggi parliamo di IL DISPARI

 Il Dispari 2016-08-15

Il Dispari 2016-08-15

Editoriale

Oggi è ferragosto, cioè il giorno dell’anno principalmente dedicato, per convenienza e per consuetudine, all’ozio sfrenato.
Più sedentario di carnevale, meno emblematico di San Silvestro, privo dei laccioli natalizi, il 15 Agosto pretende il massimo del disimpegno da ogni attività, fosse anche quella di dover “pensare” leggendo una pagina di giornale.
E allora il bravo conoscitore delle vostre esigenze, speranze, forze e debolezze, oggi evita di affrontare qualsiasi argomento e vi lascia in balia della poesia.
Che sia poesia di mare e di sole è un regalo extra!

Alla carezza gelida

Rive odorose d’alghe;
sabbia,
costrutta forma di castello
dalla fantasia fanciulla,
pregna di sole
e di sapore di pesce;
vento compagno
di lunghe solitudini;
soffio della mia vela
quand’era suo dominio il mare,
quando sognavo nella tua ebbrezza regni;
acque
da assiduo moto
risospinte a riva
sui miei piedi
docili
alla carezza gelida;
acque,
insensate,
indomite,
voraci,
gracili giganti deformati
dalla fantasia del tempo:

necessità di sonno
al ritorno.

Dalla mia raccolta “Davanti al tempo” (1956-1964)

Il Dispari 2016-08-15

ELISA BARONE

UNA DONNA AVVOCATO CON LA PASSIONE PER LA SCRITTURA.

Non solo atti, ma anche versi nella sua carriera.
Colta, raffinata, sensibile, attenta a quanto accade intorno e pronta a sostenere quanti si trovano a confrontarsi con i dettami della legge, ELISA BARONE, ha fatto della sua professione di avvocato una missione volta a far valere i diritti dei propri assistiti nella ricerca di una verità spesso poco chiara e controversa.
Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a pieni voti, presso l’Università Federico II di Napoli dove ha incontrato il suo futuro marito anch’egli divenuto avvocato di successo, Elisa Barone ha lasciata la sua città natale, Salerno, per trasferirsi a Como.

Avvocato civilista con incursioni nel penale, ha trattato diversi casi legati a contesti che vanno dal famigliare al sociale e al privato, riuscendo sempre con grinta e determinazione a difendere i suoi assistiti.
Elisa Barone è andata costantemente alla ricerca delle fonti del diritto, interpretando correttamente la normativa e argomentando al meglio le diverse posizioni dei suoi assistiti. Assistiti con cui Elisa Barone ha sempre cercato un dialogo vero e quella indispensabile fiducia finalizzata a creare il giusto clima per sostenerli senza alcun tipo di chiusure o di remore.
Accanto a questa tempra decisa che l’ha vista in prima linea nelle aule dei Tribunali, Elisa Barone ha mostrato di avere una straordinaria predisposizione per la scrittura creativa.
Fin da bambina, cioè già alle elementari, era particolarmente portata per i racconti, temi e poesie e questa sua disinvoltura nel raccontare era stata notata anche in seguito alle scuole medie.
Un talento innato quello di Elisa Barone che non solo esplora il campo della poesia, ma anche quello del romanzo.
Al centro dei suoi versi, in particolare, vi sono storie d’amore, quadri familiari, vicende legate alla società e al destino di profughi, rifugiati e vittime innocenti di una guerra dettata dal potere.
E ancora il suo sguardo si volge a scrutare l’uomo che si interroga sul proprio destino dove abitano paure, incertezze, ma anche speranze e attese.
Il suo primo libro di poesie “Farfalla” condensa le emozioni legate al sentimento d’amore che fa vibrare il cuore e sorridere, tremare e piangere. Sono amori giovanili, affetti familiari spesso difficili come il rapporto con sua madre cui è dedicata la prima poesia della silloge.

Altro genere dove Elisa Barone sta riscontrando molte soddisfazioni è il romanzo, cui si dedica da dieci anni, attraverso il quale ha la possibilità di raccontare vicende e fatti che traggono spesso ispirazione da situazioni reali, legate a contesti sociali, ma anche da ricordi personali e dalla cronaca come la vicenda del terrorista del NAR Valerio Fioravanti che le ha ispirato il romanzo “Il cuore al di là del male”.

Numerosi sono i premi ed i riconoscimenti ottenuti da Elisa Barone in questi primi 15 anni di carriera letteraria.
In tale contesto vanno citati la prima premiazione ricevuta per la poesia “Farfalla” al Concorso letterario Nazionale “Pinayrano” e il premio al Concorso “Nero su Bianco”, indetto dall’Accademia F. Petrarca, con medaglia, diploma ed investitura di Letterato del XXI Secolo per il libro “Il romanzo che non c’è”.

Salernitana di origine con la passione per il mare, non poteva mancare tra le mete scelte per le vacanze la bella isola di Ischia dove Elisa Barone recentemente ha avuto l’occasione di incontrare Bruno Mancini poeta e scrittore, nonché presidente dell’Associazione da Ischia L’Arte – DILA il quale l’ha invitata a scrivere altre poesie e a partecipare a concorsi letterari indetti dalla stessa DILA.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 2016-08-15

Cod 13: Natalya Kalinovskaya
Ho il mio proprio calendario

Ho il mio proprio calendario
e il modo poco conosciuto
di contare le estati.
C’è qui molto spesso l’eclissi dell’anima,
molto spesso di nuovo inizia Gennaio.
Poi, conto il tempo non per secondi,
il mio resoconto va in direzione del ritorno.
La mia era è proprio 20 anni
dalla mia nascita domani. Avanti, vola via!
Al mio polso io trasferisco i 40 milioni battuti
per un secondo,
invece la mia memoria, ritorna ai cento quadri,
scattati, di conseguenza, indietro.
Lascio via gli stampi ossessivi
e di nuovo cerco mondo ogni mattina,
con l’intuizione.
Ho il mio proprio calendario,
dove vedo l’arcobaleno mai in sette colori.
La mia fantasia, forse e poco,
basterà almeno per un paio di mille sogni.

Cod 23: Liga Sarah Lapinska
Continuo in te

Continuo in te:
più profondamente della speranza nebbiosa,
quali siamo nell’ultima ora prima dell’alba,
nell’illusione della vita insieme nuova ed antica,
sull’Atlantide inesplorato prima dell’aurora,
più forte di tutti i desideri nel crepuscolo;
nella rete dei capillari di carni e di anime
e delle radici vibranti;
sul fuoco quasi immenso
nel passato della terra mai invecchiata;
lì, dove radici generano i nuovi mondi,
tutti strettamente legati a me,
che mi continuo in te
e nelle nuvole sopra l’Atlantide
ancora non scoperte da noi:
da noi sempre attori, da noi sempre testimoni,
da noi cresciuti nei rizomi di giaggioli
che non ricordiamo più
durante giorni pieni di nembi,
mentre ti continui in me.
Il vento porta nuvole e
poi ritorna senza.
Cosi, io mi continuo in te.
Cosi, io mi ritorno.

Cod 3: Franco Maccioni
Tutto tace

Tutto tace questa notte…
le luci della sera fuggono
verso altri mondi!
Una leggera brezza
sfiora il mio viso…
una dolce malinconia
m’assale…
forse, ricordi lontani,
stretti abbracci
di un amore materno
che non c’è più!
Tristezza e pianto…
profumo di gelsomini
accompagnano sempre
il mio cammino!
Tutto tace questa notte…
solo una luce brilla
dentro il mio cuore….
la tua… mamma!

Bruno oggi parliamo di museo

Il Dispari 2016-08-08

Il Dispari 20160808 comp

Editoriale

Ubi maior minor cessat… e questa settimana la forza “piccola” delle parole cede il posto alla potenza espressiva delle foto che evidenziano in maniera egregia l’entusiastica accoglienza che ha ricevuta la prima puntata del nuovo progetto culturale “In vacanza con l’Arte” realizzata lo scorso 2 Agosto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” negli ambienti del Museo del Mare della Città di Ischia.

Le poetesse Santa Vetturi, Dina Ferorelli, Maria Schiralli, e Giuditta Abatescianni (giunte appositamente ad Ischia da vari paesi d’Italia) hanno presentato le loro produzioni letterarie incontrando un gruppo di Artisti ischitani, capeggiati dal Presidente del Museo Rino Lauro, tra i quali abbiamo notato Magda Kismet, Raffaele De Maio e Luigi Esposito.

Ylenia Pilato, Direttrice artistica dei progetti di arti visive in programma da DILA nel Museo, e Liga Sarah Lapinska Ambasciatrice DILA in Lettonia hanno esposto alcune loro opere che potrete ammirare fino al prossimo 18 Agosto.

L’invito ad assistere ed a partecipare è sempre rivolto in modo speciale a tutti coloro i quali, residenti e turisti, ritengano che l’arte e la cultura possano essere validi motivi per privilegiare le mete delle vacanze.

Bruno Mancini

 In vacanza con l'Arte 1 foto comp (15)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (16)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (30)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (21)

In vacanza con l'Arte1 foto comp (14)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (29)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (4)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (17)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (18)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (20)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (22)

In vacanza con l'Arte 1 foto comp (23)

Il Dispari 20160808 1 comp

Matteo Tosi: “Ischia mi è rimasta nel cuore”

Lo abbiamo visto in tv nelle fiction più note, da Carabinieri a Incantesimo, lo abbiamo amato al cinema e in teatro, il suo volto non passa di certo inosservato. Ha talento, bellezza e tanta umiltà. L’attore di origine veneta continua il suo percorso di successo internazionale senza dimenticare mai quanto siano importanti le proprie origini.  E da Dolce Amore, soap filippina, che lo vede protagonista, ricorda il suo amore per Ischia, dove spera presto di tornare, magari proprio con un film.

Sei tra i protagonisti della soap di successo nelle Filippine ‘Dolce amore’, dove interpreti Silvio De Luca, che cosa ha significato per te questa esperienza fuori dal contesto italiano?

Non è la prima volta che lavoro all’estero e con cast internazionali e come le altre volte, anche questa, rappresenta l’opportunità di conoscere nuove realtà lavorative, collaborando con artisti e tecnici di altri paesi. È un modo “speciale” per arricchirsi, sia personalmente che artisticamente, ed è anche l’opportunità di venire in contatto con un nuovo pubblico. Questo è poi un caso unico. Per la prima volta in una serie straniera si parla italiano, oltre all’inglese e il tagalog. Il pubblico filippino è allenato ad ascoltare un prodotto anche in più lingue, mentre in Italia, se tutto non viene doppiato è impensabile venga visto. In questo siamo decisamente più indietro. Nelle Filippine tutti parlano inglese oltre alla lingua ufficiale.

Che cosa pensi delle nuove scoperte comunicative nell’arte cinematografica?

L’industria cinematografica italiana è alle prese ormai da anni con la crisi economica, questo però non ha fermato un fermento importante, degno di attenzione di un certo modo di fare cinema. Il cinema Indipendente fatto di piccole e piccolissime produzioni si conferma come una delle più importanti risorse di sperimentazione e d’arte dell’industria attuale, un po’come sta succedendo in tutto il mondo. I giovani filmaker dimostrano di avere intuito, talento e capacità, trovando sempre modi nuovi ed innovativi di veicolare la propria arte. Credo però che ci dovrebbe essere più impegno da parte dell’Istituzioni, e non solo, nel cercare di sostenere efficacemente questo nuovo modello produttivo e distributivo, proprio per far uscire quell’anima nascosta e che al contrario di quanto pensano le grandi distribuzioni attira molti spettatori, più di quelli che noi immaginiamo.

Sei apprezzato e stimato sia a livello nazionale che internazionale, ma che cosa ti lega al sud e in particolare ad Ischia?

Ischia mi è rimasta nel cuore dopo una vacanza che feci qualche anno fa. Ricordo ancora la dolcezza inebriante della brezza in quel inizio di giugno. E’ un luogo incantevole dallo scenario unico che in modo naturale ti proietta dentro la sua anima, sospesa tra cielo, terra montuosa e mare. E per me che amo e faccio il cinema diventa doppiamente bella sapendo che ospita un importante festival. Chissà, magari un giorno ci ritornerò, e non solo per vacanza ma con un bel film da presentare!

Michela Zanarella

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